5 idee regalo per la Festa della Mamma

Domenica è la Festa della Mamma! Se sei in crisi e non sai cosa regalarle, qui trovi cinque idee originali per un regalo speciale.

Una foto con lei

Qualche tempo fa, con il tuo smartphone, hai scattato un selfie con la tua mamma. La foto è talmente bella che sembra uno spreco lasciarla nella galleria. Bene, rivolgiti a Tonki! Stampano le tue foto su cartone riciclato e puoi piegarlo ed usarlo in mille modi diversi. Facile e veloce, arriva direttamente a casa tua. Più info su Tonki.com

Una rivista speciale

Se la tua mamma è appassionata di crafting, adora la calligrafia e le riviste fuori dal comune, l’abbonamento a Flow Magazine è quello che fa per lei! Trovi diversi bundle disponibili: non ti resta che scegliere.

Un giardino in casa

Lei ha il pollice verde: qualunque pianta curata dalle sue sapienti mani fiorisce rigogliosa. Benissimo! Sul sito Piccolo Vegs For Pots trovi semi di ogni genere, dalla frutta alle erbette aromatiche e attrezzature deliziose per orticelli da balcone e da terrazza per i più fortunati.

Un pieno di bellezza

Adora prendersi cura di sé e non esce mai di casa senza una perfetta manicure? I buoni di RiccioCapriccio sono perfetti: scegli il trattamento che più le piace e magari fallo con lei: il tempo speso insieme è il regalo più bello.

Una colazione gourmet

Vuoi farle una sorpresa dolce appena sveglia? Falle ricevere una colazione regale! Su Le Panier Gourmet Breakfast puoi scegliere tra diversi menù, tutti deliziosi.

Ti abbiamo aiutato? :) Buona festa della mamma!

Ricerca il futuro: il concorso di Davines per le ricercatrici

Due anni fa, Alessandra Pucci e Alessandra Di Pietro, con la collaborazione del fotografo Federico Massimiliano Mozzano, organizzano una giornata speciale di Un Taglio Solidale, invitando tutte le ricercatrici per taglio, piega e ritratto.

L’obiettivo era quello di realizzare una mostra fotografica con lo scopo di mostrare i volti delle donne impegnate ogni giorno in progetti scientifici atti a migliorare le condizioni di vita dell’uomo e dell’ambiente.

Da quella scintilla e dalla collaborazione attiva di Davines Italia che ha sposato il nostro progetto è nato Ricerca il futuro, un concorso riservato alle ricercatrici di tutta Italia per sostenere il loro prezioso operato che si concluderà con l’assegnazione di tre borse di studio e con una mostra fotografica realizzata da Federico Massimiliano Mozzano. Sei una ricercatrice? Bene! Hai tempo fino al 12 maggio per partecipare.

ATTENZIONE: L'ISCRIZIONE E' STATA PROLUNGATA FINO AL 23 MAGGIO!

Ecco cosa devi fare:

  • Leggi il regolamento del concorso: lo trovi qui.
  • Recati in un salone Sustainable Beauty Partner per ritirare il modulo di partecipazione (o scaricalo da qui): in omaggio due prodotti della linea OI, shampoo e conditioner in full size che Davines ha messo a disposizione per te!

  • Fai un selfie all’interno del salone che userai per caricare il tuo progetto sul sito.

  • Registrati e carica il tuo progetto sul sito.

Dall’ 8 marzo fino al 31 maggio il tuo progetto potrà essere votato dagli utenti. Il progetto con il maggior numero di voti entrerà a far parte della rosa delle otto ricerche scientifiche più meritevoli, che Davines selezionerà. Le otto ricercatrici diventeranno i volti della campagna «Ricerca il Futuro» che comparirà in tutti i saloni Sustainable Beauty Partner  di Davines nella settimana dal 7 all’11 novembre 2017.

Inoltre, hai l’opportunità di essere selezionata per diventare uno dei diciotto volti della mostra fotografica Ricerca il futuro realizzata da Federico Massimiliano Mozzano.

Dal 7 all’11 novembre si svolgerà la campagna di raccolta fondi: le clienti dei saloni Sustainable Beauty Partner portando un coupon in salone (scaricabile dai canali ufficiali Davines) riceveranno uno sconto di 10€ su un servizio colore o sull’acquisto di almeno due prodotti Davines e potranno contribuire donando fondi alla Ricerca.

Nel mese di Ottobre, durante l’Hair on Stage, evento Davines con convention dedicata che avverrà lunedì 2 Ottobre presso il Teatro Manzoni di Bologna, Davines presenterà tra gli otto progetti di ricerca, i tre più meritevoli a cui saranno destinati i fondi raccolti durante la campagna «Ricerca il Futuro», per un minimo di € 30.000, ed equamente distribuiti tra le tre vincitrici.

Teniamo molto a questo progetto e vorremmo che le ricercatrici che spesso si sono avvicendate nel nostro salone partecipassero. Sappiamo che i tempi sono ristretti ma l’occasione è eccezionale: fatevi avanti!

Maggiori info su Ricerca il futuro

Sal8 #2: forum su garantismo e giustizialismo, ecco com'è andata

Ieri, 5 maggio 2017, RiccioCapriccio Ecoparrucchieri ha ospitato nuovamente un incontro di Sal8, una discussione aperta e paritaria dove ognuno è invitato a dire la sua per mettere in campo idee e opinioni senza pregiudizi né stereotipi. Abbiamo parlato di giustizialismo e garantismo, chiedendoci se essere garantisti oggi voglia dire lasciare gli autori dei crimini impuniti o se un approccio giustizialista comporti una condanna senza prove definitive.

Il ruolo dei media è cruciale: informano sulle indagini o sono diventati aule di processi mediatici? Immigrazione, politica, fatti di cronaca nera: ogni notizia oggi ha un risvolto giudiziario, dunque come lettori e cittadini siamo tutti coinvolti. Avere un’idea su che tipo di giustizia vogliamo e crediamo è indispensabile per imparare a leggere in autonomia le notizie, avere un giudizio critico e farsi un’opinione propria.

Con noi le giornaliste Alessandra Di Pietro, moderatrice della serata, Antonello Caporale, saggista e giornalista de Il Fatto Quotidiano e Angela Azzaro, vice direttrice del quotidiano Il Dubbio.

Angela ha parlato di cambiamento del giornalismo, a partire dal periodo di Tangentopoli: l’approccio alle notizie è cambiato, passando da una modalità più cognitiva, basata principalmente sull’analisi dei fatti e sul racconto delle vicende alla ricerca assidua di un capro espiatorio, un colpevole da travolgere con il livore pubblico.

Al contrario, Antonello ha sottolineato che il lavoro delle istituzioni, scarso e superficiale, ha portato il singolo cittadino a disilludersi, a esporsi, a cercare un modo per difendersi da solo. Entrambi hanno concordato che il reale problema è una crisi dei valori diffusa nella società, che ha cancellato con il tempo il desiderio di credere e confidare nel lavoro dei nostri rappresentanti.

Eravate in tanti e molto partecipi: per questo vi ringraziamo e vi invitiamo a seguirci sui nostri social per tenervi in contatto. Dopo le vacanze estive proseguiremo con i nostri forum!

 

Hoppipolla: cultura indipendente per corrispondenza

Ok, vi aspettavate consigli di libri. Oggi invece parliamo di un progetto bellobello in modo assurdo, come quelli che piacciono a noi, che con la creatività e la cultura ha un legame bello stretto. Rullo di tamburiiiii… Ecco a voi Hoppípolla!

Cos’è Hoppípolla? Hoppípolla è una parola islandese di certificata intraducibilità che significa “saltare nelle pozzanghere”, proprio come facevamo da piccoli nelle giornate di pioggia.

E’ questa la sensazione che dà ricevere la scatola in abbonamento che contiene prodotti appositamente selezionati per scoprire nuovi creativi: un oggetto di design, una pubblicazione editoriale, un suggerimento per scoprire un gruppo musicale, un prodotto illustrato e un’altra piccola sorpresa.

I fondatori hanno una missione: quella di diffondere la bellezza di progetti indipendenti, coraggiosi e differenti e di condividerla con tutti noi.

Ci sono tre tipologie di abbonamento: un mese, tre mesi, sei mesi.

Pensate alla gioia di ricevere per posta degli oggetti ad alto tasso creativo scelti con amore per voi! 

A noi l’idea piace tantissimo.

Evviva Hoppípolla! :)

[photo credit Hoppipolla.it]

Il Dubbio e Il Fatto: due idee di giustizia a confronto

Essere garantisti oggi vuol dire lasciare gli autori dei crimini impuniti? Giustizialista è condannare senza prove definitive? I media informano sulle indagini o sono diventati aule di processi mediatici? Immigrazione, politica, fatti di cronaca nera: ogni notizia oggi ha un risvolto giudiziario, dunque come lettori e cittadini siamo tutti coinvolti. Avere un’idea su che tipo di giustizia vogliamo e crediamo è indispensabile per imparare a leggere in autonomia le notizie, avere un giudizio critico e farsi un’opinione propria.

Ne discutiamo nel #Sal8 di #RiccioCapriccio con Angela Azzaro, vice direttrice de Il Dubbio e Antonello Caporale, giornalista de Il Fatto Quotidiano: coordina la giornalista Alessandra Di Pietro.

Appuntamento 5 maggio alle 19.00 in salone, in via di San Giovanni in Laterano, 142. 
SAL8 è una discussione aperta e paritaria dove ognuno è invitato a dire la sua, un incontro per mettere in campo idee e opinioni senza pregiudizi né stereotipi.

L’ingresso è libero e gratuito fino ad esaurimento posti.

[flyer di Davide De Maina]

Correre a Roma, con la primavera che avanza

Siamo a fine aprile, le giornate si allungano, la temperatura si alza e la primavera sembra la stagione migliore per cominciare a correre. Attenzione, ho detto “sembra”. Perché per godere delle condizioni favorevoli che vi ho appena descritto avete circa un mese. Poi comincia l’inferno: il caldo, le zanzare e le amiche che vi invitano a bere uno spritz dopo il lavoro invece di incoraggiarvi a continuare con i vostri buoni propositi sportivi.

Ma ci sono due modi per non soccombere a questi ostacoli: il primo è puntare la sveglia presto e dedicare alla corsa le prime del mattino. Il secondo è trovare la motivazione negli scenari meravigliosi che Roma offre a noi runner per allenarci. Se non abitate vicino a nessuno dei posti che sto per consigliarvi, c’è sempre il metodo “prendo la metro o l’autobus vestita da runner per raggiungerli e torno a casa correndo”. Oppure risalite in metro dopo la corsa e il posto a sedere è assicurato (ehm, sì, parlo per esperienza).

I parchi

Il mio preferito è quello Villa Pamphilj: grande abbastanza per gli allenamenti medi e lunghi (dai 12 km in su), ottimo per quando volete allenare le gambe su percorsi collinari e intanto scattarvi un selfie a testimonianza che viviamo nella città più bella del mondo per correre con il cupolone che si intravede da via Aurelia Antica.

Ok, anche a Villa Borghese dalla terrazza del Pincio potete ottenere lo stesso effetto: ma è molto più frequentata dai turisti rispetto a Villa Pamphilj e andarci prima delle 8 di mattina è l’unico modo per averla tutta per voi.

A Villa Ada non ci ho mai corso, e questa è una mia grave mancanza, anche perché il gruppo dei Leprotti non solo si curano del parco ma sono aperti ad accogliere atleti di qualunque livello, per allenamenti che si svolgono su base quotidiana con partenza al laghetto, entrata di via Ponte Salario.

Il parco dell’Appia antica, dalla Caffarella fino agli Acquedotti, sono un luogo pieno di fascino, perché siete ancora in città ma in un attimo vi ritrovate nella pura campagna, con tanto di mucche e pecore al pascolo. Ci sono andata poche volte da sola, di più in gruppo, ma ammetto che è perché non li frequento moltissimo e ho più paura di perdermi che di fare brutti incontri.

Se i grandi parchi vi intimoriscono, un bel circuito all’ombra dei pini marittimi, fresco anche d’estate (sempre prima delle 8 di mattina eh!) è quello davanti alle Terme di Caracalla - secondo Google si chiama Parco di Porta Capena: tutto il giro è circa un chilometro, c’è una bella fontanella per dissetarvi e sarete in compagnia di altre decine di runner, non ché di crossfitter che usano gli attrezzi del parco per allenarsi.

Il centro

La conquista del centro di Roma di corsa è un privilegio: anche qui, consiglio di avventurarvi attorno al Colosseo, ai Fori Imperiali e in via del Corso (da cui potete poi raggiungere Villa Borghese) solo in orari che vi permettano di evitare turisti e traffico. Meglio il mattino che la sera, ma se proprio non ce la fate ad alzarvi presto e volete prendervi la soddisfazione di attraversare anche piazza Navona correndo ci sono gli appuntamenti di Roma Running by Night, il prossimo è il 28 maggio.

Un’altra bellissima iniziativa è quella delle ragazze di ArcheoRunning: un modo per conoscere l’archeologia di Roma correndo nella storia. Le prossime date sono disponibili sulla loro pagina Facebook.

Ma il mio luogo del cuore per attraversare Roma correndo è il Lungotevere: dal gazometro al laghetto di Tor di Quinto e oltre, ci sono luoghi di questa città che non avrei mai scoperto se non avessi dovuto allenarmi per chilometri e chilometri sulla pista ciclabile che costeggia il Tevere nei weekend prima della maratona. Ma attenzione perché mancano i ristori: c’è una fontanella a Ponte Milvio, ma se pensate di spingervi oltre dovrete portare con voi dell’acqua.

Le piste d’atletica

Correre su pista vi darà una sensazione di onnipotenza - quando vi sentirete Usain Bolt nei vostri scatti migliori - mista a totale disillusione quando il più lento dei ragazzini delle squadre di atletica vi supererà sfrecciando senza fatica. Tutto questo è possibile allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea, all’interno del foro Italico, nella pista di atletica dello stadio di Caracalla oppure allo stadio Paolo Rosi in via dei Campi sportivi.

Ora non ci sono più scuse per non uscire a correre, giusto?

 


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su  InternazionaleWired ItaliaVita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

How to: double buns+glitter roots, la rivincita degli anni '90

Erano i mitici anni ‘90: la pancia sempre scoperta, lucidalabbra imperante, balletti sulle note di Wannabe delle Spice Girls. Sembrava tutto superato ma, come si dice? “A volte ritornano”. Eccoci di nuovo a provare e riprovare i double buns con pioggia di glitter roots annessa.

Oggi vi insegniamo a realizzarli in poche mosse e con pochi prodotti. Pronte?

 

 

Ecco quello che vi serve:

  • 1 spazzola
  • 1 pettine a coda

  • spray texturizzante

  • lacca

  • gel per capelli

  • glitter in polvere

  • un pennello

  • forcine in quantità industriale

  • elastici

  • i vostri lunghi capelli (anche di lunghezza media vanno bene)

  • le vostre manine sante

Pettinate i capelli a lungo per evitare che si formino nodi. Spruzzante una generosa dose di spray texturizzante: noi usiamo questo di Davines Italia. Successivamente, divideteli con una riga: sbizzarritevi, va bene tutto. Raccogliete le code pettinando e portando i capelli verso la sommità della testa e fermatele con un elastico. Con la spazzola cotonatele per creare il volume necessario. Avvolgete la coda attorno all’elastico realizzando una specie di rotolino, simil girella motta. Fermateli con le forcine. Ci siamo quasi: adesso spruzzate lacca come se non ci fosse un domani. I double buns sono pronti!

Anche così sarete perfettamente anni ‘90 ma se volete completare il look prendete una ciotolina, versateci una noce di gel per capelli e aggiungeteci glitter: polvere colorata, stelline, confetti, lasciate via libera alla fantasia.

Con le dita o con un pennellino distribuite lungo la riga, da entrambi i lati, una generosa dose della sfavillante mistura che avete precedentemente preparato.  Lasciate asciugare e voilà, siete pronte per un remake di Spice up your life!


Provateci e mandateci prova fotografica, siamo curiosissimi!

13 Reasons Why: il bullismo in America

Con 13 Reasons Why laggente in America sta impazzendo. Sembra quasi che si siano accorti solo ieri del fatto che il periodo del liceo sia LAMORTE. In questo caso, purtroppo, in senso letterale.

Hannah Baker è bellina, di una simpatia forzata che ti fa urlare “anche meno bastava” ad ogni piè sospinto ed è nuova in città. Già dal primo frame è chiaro che la povera ragazza si è suicidata dopo essere stata bullizzata. La colpa, a quanto dice lei, è semplicemente di TUTTI QUANTI.

Proprio per questo, Hannah decide di lasciare a mezzo liceo delle cassette registrate, obviously quando era in vita, per spiegare loro il perché dell’estremo gesto. Cassette che tutti dovranno ascoltare per capire che parte hanno avuto nel suo suicidio. Pare lecito dire che la gravità delle infinite situazioni in cui Hanna si ritrova e che racconta ai suoi compagni è piuttosto soggettiva e dipende molto, moltissimo dalla sensibilità di ognuno di noi.

Io soffro ad ogni scena perché in generale la vita la prendo male, ma molte delle cose che capitano ad Hannah succedono nella realtà, purtroppo, a qualunque ragazza dell’universo mondo. Non importa che indossi il cappellino di lana, le giacche da uomo, i pantaloni a zampa e uno zainetto da scema: qualcuno, prima o poi, le romperà i coglioni.

Proprio per questo del bullismo è NECESSARIO parlare, ora, sempre e per sempre. Ovviamente la seconda stagione è praticamente scontata, visto il successo d’iddio che sta riscuotendo la serie. Sarà contentona Selena Gomez che all’inizio doveva esserne protagonista, in caso il progetto fosse diventato un film, e che si è reinventata produttrice esecutiva una volta che Netflix si è accaparrata i diritti del romanzo da cui è tratto.

Vedetene ed angosciatevene.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

Kat Von D: prendi i miei soldi, sono tua

C’è stato un tempo in cui passavo i pomeriggi ad ammirare la signora Kat Von D in tv che tatuava gente. Quella donna ha rappresentato la seconda girl crush della mia vita (la prima è stata Skin degli Skunk Anansie). Ora la cara Kat ha deciso di rendermi una donna povera: finalmente la sua linea di make up, Kat Von D Beauty, è sbarcata in Italia da Sephora.  Perché sono spinta a donarle tutti i miei averi e a intestarle una casa a sua insaputa?

Tre motivi:

  • L’intera linea non è testata sugli animali. Molti prodotti sono adatti anche ai vegani. In generale, gli inci sono ben curati.
  • La varietà di colori è vastissima: accontenta praticamente tutti, dalle super darkettone alle amanti del nude look.
  • Il packaging è super! (lo so, ho un problema con le confezioni, invadono il mio bagno ma che ci volete fare, a ognuna il suo)

Per scoprire tutti i prodotti della linea basta un giro da Sephora, online e non: io provo a consigliarvi tre prodotti che secondo me vale la pena di provare.

Fondotinta e correttore Lock-It

I fondotinta sono la parte più rilevante dell’intera collezione. Per la varietà di colorazioni innanzitutto: 30, suddivisi per sottotono, colori chiarissimi che sul mercato italiano sono praticamente una rarità, altissima copertura, no trasfert e tenuta estrema. Li trovate anche in versione compatta. Stessa storia per i correttori, 21 colori ultra pigmentati, anche loro suddivisi per sottotono. Grazie Kat, che ogni volta trovare fondo e correttore giusto è una lotta senza pari.

Shade+Light Eye contour Palette

All’apparenza può sembrare l’ennesima palette di colori naturali, una delle centoquarantamila che le case cosmetiche hanno prodotto e di cui i nostri beauty case sono pieni ma Miss D l’ha studiata in modo differente: queste non sono polveri colorate e basta, queste sono correttive, ideali per creare giochi di luci e ombre, proprio come quando si disegna (e si tatua) un volto. La texture è vellutata e ultrasottile, i colori più freddi possono essere utilizzati anche sul viso per realizzare il famoso contouring (sì, quello delle strisciazze marroni che vediamo su instagram). I colori si adattano a tutte le carnagioni e hanno un’ottima tenuta.

Everlasting liquid lipstick

Fiore all’occhiello della collezione, questi rossetti liquidi in 26 colorazioni (dal geranio al melanzana) promettono tenuta a prova di bomba. Non sbavano, si asciugano regalando una finitura matt ma non seccano le labbra.

E voi, avete già dato un’occhiata alla collezione? Cosa vi porterete a casa? :)


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti.

Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

2 Broke Girls: outfit per sei stagioni molto pop

Sono sei anni che 2 Broke Girls, creatura di Michael Patrick King che già dette i natali al sempre attuale e sempre sobrio Sex & the City, gliel’ammolla.

Le divise giallo ocra e rosse di Max e Caroline sono ormai un outfit cult che ha ispirato mezzo mondo specie per sfangarla a carnevale e Halloween: infatti millemila fans ogni anno mi si travestono dalle due broke girls.

Oltre alle divise, quello che rimane forever in mente ad ogni puntata sono i vestiti e i tacchi e i cappelli e le borse di quella macchietta ambulante che è Sophie Kaczynski, interpretata MAGISTRALMENTE da Jennifer Coolidge che ad ogni entrata in scena scatena applausi ed ilarità generale nel pubblico che assiste alle riprese, manco fossero i gloriosi anni ’90.

I riferimenti pop attuali che più attuali non si può (roba che nei dialoghi sono inserite gag su cose realmente accadute in America 4 giorni prima, mica cazzi), le protagoniste perfette che tra l’altro si amano anche nella vita vera, e i personaggi secondari prevedibili quanto favolosi rendono i 25 minuti settimanali sempre incredibilmente godibili. E se il conteggio finale dei soldini che quelle due rintronate riescono a mettere da parte è ormai passato in secondo piano, vedere che ogni puntata riescono a sfangarla riempie sempre di gioia.

La settimana scorsa è andata in onda l’ultima puntata della sesta stagione e io voto per “six seasons and a movie”!


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

Quattro accorgimenti per rinforzare i capelli in primavera

Con il cambio di stagione ci ritroviamo spesso a lottare con i nostri capelli, che si presentano deboli, sfibrati e secchi. Niente panico: abbiamo dei piccoli accorgimenti per sopravvivere a questo periodo senza drammi.

1) Perdo tantissimi capelli! Perché?

Respira: è fisiologico. In questo periodo i recettori del capello sono più sensibili allo stimolo degli ormoni androgeni che provocano una caduta temporanea del capello. Quelli che cadono verranno ripristinati nei mesi successivi.

2) Un’alimentazione sana aiuta?

Certo che sì! In questo periodo è bene consumare alimenti ricchi di proteine, vitamine (A, C, E, H e gruppo B) e minerali come ferro e calcio (legumi, cereali, spinaci, pomodori, frutta secca, ad esempio). Anche un integratore specifico fa la sua parte.

3) La mia spazzola è piena di capelli, aiuto!

E’ bene utilizzare sempre delle spazzole che agiscano in modo delicato sul fusto, senza provocare traumi che potrebbero spezzare i capelli. La nostra arma vincente è la Tangle Teezer, colorata e ideale da portare con sè in borsetta.

4) Basta, adesso taglio tutto!

Aspetta! Non è necessario imitare Britney Spears nel 2007: è sufficiente prenotare una seduta dal parrucchiere per eliminare le punte danneggiate, regalarsi un bel trattamento rinforzante e farsi consigliare i prodotti adatti. Noi troviamo eccellente la linea Naturaltech di Davines: suddivisa in quattro tipologie (Energizing, Renewing, Repumpling e Nourishing) regala una sferzata di energia e rinnovamento ai capelli.

E tu, quali sono i trucchi salva-chioma che utilizzi in questo periodo? :)

Tutto quello che sai sulla corsa è falso

Tutto quello che hai sempre creduto di sapere sul mondo della corsa è falso. Se a Oxford hanno eletto “post-verità” come parola dell’anno, chi siamo noi runner per non credere che da questo neologismo resti escluso anche il nostro sport preferito?

1. Corri, così puoi mangiare tutto quello che vuoi

In questi giorni nel gruppo whatsapp dei miei colleghi atleti si è scatenato il dibattito sui motivi che ci hanno portato a correre per la prima volta. Il più ricorrente era “mangiare di più” e per qualcuno in modo specifico “mangiare cioccolato”. Certo, come motivazione iniziale può essere perfetta. Salvo scoprire, al primo appuntamento con il nutrizionista, che l’elenco dei cibi proibiti per chi si allena è infinito, ma soprattutto non ci è permesso aumentare a dismisura le quantità di dolci e carboidrati con la scusa del “reintegro”. L’amara verità è che per correre bene e veloci non bisogna essere in sovrappeso (questo si lega anche al punto due).

2. La corsa fa bene

Se ve lo dice il fisioterapista è perché sta pensando alle sue prossime vacanze alle Maldive, sappiatelo. La corsa fa bene perché qualsiasi cosa che vi faccia alzare dal divano è salutare, ma non è uno sport “completo” e se non viene compensata con altre attività (nuoto, yoga, bici) il vostro corpo ne potrebbe risentire. Ve lo dice una che a qualche giorno dalla maratona ormai sta facendo più stretching e plank che chilometri. Che tortura!

3. Se sei allenato non senti più la fatica

No, ne abbiamo già parlato, c’è fatica e fatica. Più ti alleni, più alzi l’asticella dell’obiettivo che vuoi raggiungere, più l’allenamento diventa duro. Un runner che migliora il suo tempo dovrà adeguare tutti gli allenamenti a quel nuovo ritmo e se lo incrociate al parco durante una seduta di ripetute sicuramente non lo vedrete sorridere. Questo punto potrebbe spaventarvi, invece dovete essere contenti: la corsa è uno sport democratico, anche un atleta medaglia d’oro alle Olimpiadi è stanco morto quando arriva al traguardo. Perché ci ha messo tutto se stesso.

4. I runner sono felici di alzarsi presto la mattina per andare a correre

Succede una volta su 52, tante quante sono le settimane dell’anno. La cosa più probabile è che quello è l’unico momento disponibile della giornata per correre e siano molto allenati a portare le gambe fuori casa prima che il cervello se ne renda conto. A me capita di essere molto felice DOPO essere andata a correre la mattina, soprattutto quando ho la colazione davanti.

5. Correndo produci così tante endorfine che sembri sempre in botta

Magari! Credo che questo sia vero a) per alcune persone e b) per alcuni periodi. Non spaventatevi se non succede, di solito può capitarvi a qualche settimana dopo i primi allenamenti, quando ci sono dei miglioramenti evidenti, oppure quando partecipate a gare e sfidate voi stessi, ma altre volte potrebbe non accadere nulla. Dipende molto anche dal momento di vita in cui vi trovate. Per godersi la corsa è utile saper godersi la vita in generale :)

6. La corsa è uno sport solitario

Sì e no. Sì, se vuoi allenarti da solo e quando partecipi alle gare corri meglio se ti isoli come un monaco zen sulle montagne tibetane. No, se impari che lo sport vissuto insieme agli altri può darti quella motivazione in più quando proprio non riesci a uscire di casa. Sono molto grata alla “Crew romana” che ho incrociato prima su Facebook e poi nei vari parchi di Roma per quando mi ha spinto molte volte a uscire alle 7 del mattino le domeniche di inverno per incontrarli a Caracalla o al parco degli Acquedotti.

7. La corsa è uno sport economico

Ho messo questo punto per ultimo così non rischio che lo legga mio marito. “Stai tranquillo tesoro, mi bastano un paio di scarpe buone, un cambio tecnico ed è fatta, altro che palestra”. Così ho esordito tre anni fa quando ho cominciato a correre. Poi sono arrivate le prime garette, e quindi il costo dell’iscrizione. Anzi prima quello del certificato medico agonistico. Poi il secondo cambio tecnico, e pure il terzo. Ma vuoi non comprarti le calze a compressione? E i manicotti? E quando cominci ad allenarti per i lunghi serve assolutamente il migliore gel in commercio. Per non parlare del fatto che per correre bene non basta “uscire e correre”, appunto ma alternare un’altra attività, quindi abbonamento in piscina, palestra, ecc. E il fisioterapista, i massaggi, i viaggi per le gare fuori città.

Ma chi siamo noi per non volere “il meglio” dallo sport che pratichiamo? :)

Bonus track: con il tifo il gara i runner corrono meglio

Questo è assolutamente vero. Domenica corro la mia prima maratona qui a Roma. 42 chilometri 195 metri che mi sembreranno infiniti, se nessuno viene a incitarmi e convincermi che sì, ce la posso fare, urlando “daje” dalle transenne lungo il percorso. Che fate, venite anche voi? 


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su  InternazionaleWired ItaliaVita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

Riccio cambia orario!

Riccio cambia orario!

Gli impegni di lavoro e di famiglia sono tanti e non sempre è facile riuscire a incrociare sull’agenda la riunione in ufficio e l’esigenza di dedicare un po’ di tempo alla propria bellezza.

Abbiamo quindi deciso di cambiare il nostro orario: dal 4 aprile ogni martedì staremo insieme dalle 12:00 alle 20:45.

Da tempo pensavamo a questo cambiamento: vorremmo sempre accontentarvi tutti.

Speriamo di semplificarvi la to do list e di accogliervi come sempre con tutta la nostra energia!

Vi piace l’idea?

a presto :)

 

Club delle Impedite: lavori in corso

Care Impedite, deliziosi angeli imbranati, Houdini delle forcine, non vi abbiamo dimenticate!

Abbiamo dato uno stop alle nostre riunioni che sono sempre state accese e divertenti grazie alla vostra partecipazione e all’intervento della mattatrice delle serate Claudia D’Angelo che ci offre sempre un punto di vista speciale. Abbiamo riflettuto a lungo sulle possibilità di crescita di questo evento, sullo sviluppo della nostra community e stiamo lavorando per offrirvi qualcosa di molto speciale. Abbiamo una bozza di progetto sulla quale lavorare ma il vostro sostegno e la vostra opinione per noi sono sempre indispensabili. Vi coinvolgeremo nelle nostre scelte: continuate a seguirci sui social e iscrivetevi alla newsletter; vi racconteremo dei progressi e saprete sempre per prime cosa stiamo combinando. Grazie sempre per essere delle motivatrici inconsapevoli: tutto quello che muoviamo e che cambiamo è anche merito vostro. A prestissimo, unite in un solo grido di battaglia: GO IMPEDITE!

ps. nessun turbante è stato maltrattato per la realizzazione della foto di gruppo.

Teresa Ciabatti, La più amata

Non possiamo scegliere in quale famiglia nascere. Il rapporto con essa è spesso il fulcro della nostra vita, quello che ci fornisce frustrazioni, alibi, complessi; quello che ci fa diventare ciò che siamo. La più amata è il romanzo straordinario di Teresa Ciabatti che racconta la storia della sua infanzia. L'amore assoluto per un padre, Il Professore, rispettato e temuto, una casa sontuosa che finisce per trasformarsi in una prigione dorata, una piscina e un bunker, un sequestro, la voce di Teresa bambina che non l'abbandona mai, che alimenta il mistero e l'ossessione.

"Io sono la regina, mi rimiro nello specchio. Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni, e a ventisei dalla sua morte decido di scoprire chi fosse davvero mio padre. Diventa la mia ossessione. Non ci dormo la notte, allontano amici e parenti, mi occupo solo di questo: indagare, ricordare, collegare. A quarantaquattro anni do la colpa a mio padre per quello che sono. Anaffettiva, discontinua, egoista, diffidente, ossessionata dal passato. Litio ed Efexor prima, Prozac e Rivotril poi, colpa tua, solo colpa tua, papà. Mai andata sulla sua tomba, cimitero di Orbetello, fronte laguna. Tranne una volta, a vent’anni: papà, fai che Giorgio s’innamori di me. E non ricordo neanche chi fosse Giorgio, un compagno di università, forse. Compulsiva negli innamoramenti non corrisposti. Paolo, Luigi, Guido, Andrea, Stefano, Giorgio. E poi: Matteo, Roberto, Enrico, Luca, Mario, Filippo. Anche questo colpa del padre, autoritario, gelido, assente, maledetta figura paterna, padre dispotico, minaccioso, vendicativo, dannata figura paterna, a tratti tenero, premuroso, attento. Se non si ripetessero identiche, potrei elencare tutte le situazioni umilianti in cui mi sono trovata col genere maschile, in cui mi sono buttata quasi cercando dolore."

La più amata, Teresa Ciabatti, Mondadori

Dubbi sul make up? Intervista alla MUA Melly Sorace

Ph. Marco Mignani

Chi mi conosce sa che sono una make up addicted ma anche una che non si accontenta. Nonostante sia fortemente attirata dal packaging dei prodotti e dalle novità, medito molto sui miei acquisti (tranne nei giorni di PMS, beninteso). Per questo ho pensato di intervistare una persona che con il make up ci lavora davvero e di farle qualche domanda. Ve la presento subito: lei è Melly Sorace!

Ha cominciato la sua carriera di make-up artist studiando alla MBA di Milano. Nel corso degli anni ha frequentato corsi di aggiornamento a Berlino, NYC e Milano e masterclass con celebri make-up artist internazionali: Rae Morris, BillyB, Kabuki, Francesca Tolot, Mathu Andersen. Ha collaborato con Diego Dalla Palma, Rajan Tolomei (XFactor) e Pablo Ardizzone (make-up school Shiseido). Ha realizzato video trend per Grazia.it e pubblicato make-up tutorial su donnamoderma.com, alfemminile.com, Star Bene. Attualmente collabora con importanti case cosmetiche e per alcune di loro si occupa anche di formazione. Per saperne di più spulciate il suo sito, Melly.it.

Ecco l’intervista. Enjoy!

1) Sappiamo tutte che per ottenere un buon make up è importante prendersi cura della pelle. Quali sono i trattamenti che consigli alle tue clienti?

Il segreto di una bella pelle è la costanza nella pulizia e idratazione. Sia che ci si trucchi oppure no, è importante pulire la pelle ogni sera e idratarla. Per scegliere i prodotti giusti bisogna conoscere il proprio tipo di pelle. In generale consiglio: un latte detergente e un tonico per il viso, uno struccante bifasico per gli occhi, una crema idratante più ricca la sera e una più leggera per la mattina. E’ importante utilizzare una crema contorno occhi dopo i 30 anni quotidianamente.

2) A breve sarà primavera! Quali sono i trend della stagione per quanto riguarda il make up?

Una pelle sana e luminosa. Per ottenerla in modo semplice basta idratarla, usare un fondotinta dall'effetto idratante e luminoso, un tocco di cipria e un correttore illuminante per i punti luce. Sugli occhi si possono usare tutte le tonalità del verde, dell’azzurro e dell’arancio. Sulle labbra il rosso la fa da padrone in tutte le tonalità, anche le più scure. Per osare si può giocare con l'applicazione di glitter sulle labbra.

3) Quali sono i prodotti di make up che secondo te non devono mai mancare nel beauty di una donna?

Gli immancabili cinque: fondotinta, cipria, mascara, blush e rossetto.

4) Su youtube e su instagram siamo subissati di video con applicazioni make up e trucchetti abbastanza estremi. Qual è in assoluto quello più sbagliato di tutti?

Ultimamente ho visto video allucinanti. Metodi di trucco 'inventati' solo per fare visualizzazioni. Un esempio? Quel metodo che suggerisce di inserire la spugnetta in lattice dentro un preservativo! Io credo che bisognerebbe avere più buon senso e spirito critico. Ci sono degli stili di trucco che variano anche per la cultura alla quale appartengono. In generale a mio avviso la cosa più sbagliata da fare è quella di usare tanto prodotto. Molti dei make-up che si vedono su YT sono realizzati per chi appare in video e non sono adatti alla vita quotidiana.

5) Quali sono i make up artist che più ammiri?

Michele Magnani, Letizia Maestri, Lucia Pieroni, Lisa Eldridge, Stephane Marais, Charlotte Tilbury, Rae Morris, Kabuki, Terry Barber, Charlotte Tilbury, Mary Greenwell e tanti altri.


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti.

Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

The Good Fight: King siete i coniugi più belli di tutti

Non è passato molto dal lutto che ha invaso tutti noi per la fine di The Good Wife. Le avventurone di Alicia e del suo studio legale/lo studio legale degli altri/lo studio legale che era di tutti ci hanno accompagnato per sette anni e ogni stagione era, diciamocelo, meglio dell’altra. Abbiamo detto addio a tutti quanti e poi i King, spietati come solo loro sanno essere, hanno realizzato uno spin off dal sollazzante titolo The Good Fight. Che ha pure assonanza col benemerito, pensa che stronzi.

Il risultato è che tra noi è rimasta un’agguerritissima Diane Lockhart, da sempre uno dei pilastri dello show e personaggio bello, bello, bello interpretato da una forever bona Christine Baranski.

Adesso le redini di tutto pare averle proprio lei, sempre vestita benissimo coi suoi tailleur, sempre col suo short bob e con l’eleganza innata che la mannaggiallei contraddistingue.

Ad accompagnarla in questo spin off, la donna di Jon Snow, avvocata alle prime armi con babbo che nel pilot finisce in galera per un presunto Ponzi Scheme ai danni di mezza Chicago tra cui Diane e la cara vecchia Lucca, ex collega di Alicia. La mano dei King si sente, e pure tanto. Il fatto che la location sia la solita da quella botta di nostalgia che tanto ci piace e le premesse per una stagione di tutto rispetto ci sono.

Se avete amato follemente The Good Wife, vedetelo, ci sono anche un paio di chicche piangere. Se invece The Good Wife non l’avete visto, vergognatevi.

 

IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

8 marzo 2017.

Amiamo le donne. Sono le nostre compagne, le nostre mamme, le nostre amiche, le nostre colleghe di lavoro, le nostre clienti. Oggi vi raccontiamo quali sono le donne importanti della nostra vita, quelle che sono un modello, un’ispirazione in tutto quello che fanno, errori compresi.

Alessandra: La donna più importante della mia vita è mia sorella Vilma. Ha un carattere eccezionale: riesce a vedere in ogni situazione il bello, il positivo e come per magia anch’io mi ritrovo a guardare alle cose con i suoi occhi.

Franco: La donna più importante della mia vita è mia suocera Gianna. E’ una donna molto forte, responsabile, una roccia ma sa anche lasciarsi andare alla tenerezza.

Laura: Le donne più importanti della mia vita sono mia mamma Joyce , che è una donna favolosa, mia zia Jackie che è luminosa anche nelle situazioni di maggiore difficoltà, si fa forza e reagisce, sempre positiva con il sorriso sulle labbra e poi Tony, un'amica di famiglia che per me è stata come una seconda madre e mi ha aperto anche a questo lavoro.

Barbara: La donna più importante della mia vita è… Sono tre! Mia mamma Nevilda perché mi ha sempre sostenuta in tutte le mie scelte e consigliata al meglio, senza mai tarparmi le ali. Mia nonna Maria, invece, mi ha dimostrato che con l’impegno e la forza di volontà si può arrivare ovunque. E poi Beyoncé perché… beh, perché è lei, che domande!

Alice: Le donne più importanti della mia vita sono le mie sorelle Giulia e Susanna. Non si tratta solo di legami di sangue: so che ovunque io mi trovi, qualunque condizione io attraversi, loro ci saranno sempre. Siamo un trio indissolubile di forza e bellezza.

Grazielli: La donna più importante della mia vita è la mia mamma Maria! E’ una donna forte e intraprendente, che sa sempre trovare le parole giuste per sostenermi.

Andrea: Le donne più importanti della mia vita sono mia mamma Antonietta a cui devo tutto, sarei disposto a fare qualunque cosa per lei, mia sorella Ilaria che mi è sempre vicina anche se siamo lontani geograficamente e mia zia Maria che per me è come una seconda mamma. Le amo con tutto il mio cuore.

Tamara: La donna più importante della mia vita è la mia maestra d’italiano delle elementari, Lucia. Per prima ha creduto nelle mie capacità, mi ha aperto al mondo della lettura e della scrittura, mi ha guidata e spronata senza mai forzarmi. Se oggi faccio questo lavoro è anche merito suo.

 

Ho scelto di non dovermi più scusare per il mio essere donna e per la mia femminilità. E voglio essere rispettata in tutta la mia femminilità, perché lo merito.
— Chimamanda Ngozi Adichie

La corsa è femmina. Run like a girl.

Quando il 19 aprile del 1966 Roberta Gibb è saltata fuori da un cespuglio per unirsi a centinaia di uomini che stavano correndo la Maratona di Boston non pensava di fare qualcosa di rivoluzionario. Voleva solo correre e mettersi alla prova su una distanza per la quale si era allenata per mesi. Solo che quando aveva mandato la domanda di iscrizione per partecipare come atleta regolare, la Boston Athletic Association l’aveva respinta. Perché Roberta era una donna e alle donne era vietato correre la maratona. In pantaloncini, t-shirt e felpa col cappuccio sperava così di mimetizzarsi tra gli altri runner e correre il suo sogno lungo 42 chilometri senza destare troppa attenzione. Ma ad aprile anche a Boston è primavera inoltrata e il caldo ad un certo punto costringe Roberta a togliersi la felpa.

Anche noi, oggi, che viviamo in un mondo in cui la maggior parte dello sport che passa in televisione non riguarda discipline praticate dalle donne - non facciamo fatica a immaginare lo stupore degli altri runner e del pubblico di fronte a questa coraggiosa clandestina della corsa. Ci è voluto un atto di disobbedienza per portare alla “normalità” la presenza delle donne in gare come la maratona, ma ancora oggi la maggior parte degli iscritti alle competizioni di corsa sono uomini. Questo mi fa molto male. Dove siete ragazze? Io sono convinta che la corsa sia “femmina”. Perché è uno sport dove puoi allenarti per essere “più forte” degli uomini e dimostrare che non c’è niente che può fermarti. È femmina perché allena la tua autostima: correre di seguito, quattro, otto, 10 o 30 chilometri ti fa sentire onnipotente per giorni e giorni. Bella e onnipotente, bella perché fiera di quello che sei riuscita a fare, perché il tuo corpo migliora e cambia e quei difetti insormontabili, che ti impedivano di sentirti a tuo agio in costume, scompaiono di fronte alla consapevolezza dell’impresa che sei riuscita a portare a termine.

Eppure la corsa è una di quelle situazioni - forse lo sono tutti gli sport? -  dove puoi trovare un’altissima concentrazione di mensplaning, quella pratica per cui l’uomo si sente in dovere e in diritto di spiegare alla donna cose che lui, in teoria, sa molto meglio di lei: come vestirti, cosa mangiare, quanto allenarti.

A me per scatenare un moto di ribellione interiore basta anche il titolo con cui Sports Illustrated ha definito l’impresa di Roberta Gibb a Boston: “una ragazza si è messa in gioco in un gioco da uomini”. Per non parlare del commento negazionista del presidente dell’organizzazione della gara: “Gibb non ha corso la maratona, una donna non può correrla, può aver fatto una corsa su strada ma non ha gareggiato”. Paura ragazzi eh? Roberta alla fine ha tagliato il traguardo in 3 ore, 21 minuti e 40 secondi. Un tempo che nemmeno allenandosi duramente per anni molti uomini riuscirebbero a eguagliare.


Tiriamo fuori le scarpe, ragazze, e riprendiamoci lo sport.

 

SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale suInternazionaleWired ItaliaVita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).