Presentazione del romanzo Le lupe di Flavia Perina, ecco com'è andata

Ieri sera da RiccioCapriccio si è tenuta la presentazione del romanzo Le lupe di Flavia Perina, edito da Baldini e Castoldi. Con lei anche la psicoterapeuta Costanza Jesurum che ci ha aiutati a spiegare meglio tutte le dinamiche umane dei personaggi che si dipanano lungo la trama.

Abbiamo parlato di Flaminia, la protagonista, una madre che si scontra con la più terribile delle sorti: quella di perdere un figlio in circostanze tragiche e poco chiare. Sarà il sentimento di vendetta che la coglie a portarci ad un finale che lascia senza fiato. “Scrivere di vendetta è stato quasi naturale. D’altronde il mio libro preferito di sempre è Il conte di Montecristo di Dumas”.

Sembra sia difficile accettare che una donna possa provare qualcosa di cattivo; pensiamo sempre ad un femminile che si lascia schiacciare dalla sofferenza, che rimane inerme di fronte ad un evento così catastrofico.

E’ anche questo il motivo per cui la scrittura di Flavia è asciutta, tagliente.

Ci ha confessato che la sua difficoltà più grande è stata proprio quella di scrivere un romanzo che non si trasformasse in un’inchiesta giornalistica ma che scorresse in modo veloce, pulito. Di grande ricchezza sono i rapporti di amicizia di vecchia data che intercorrono nel romanzo: si parla di donne che non si sottraggono, di donne che sentono forte dentro di loro il senso di ingiustizia, vissuto in gioventù sotto altre forme ma che torna prepotente quando si tratta di aiutare qualcuno.

Ve ne consigliamo la lettura e cogliamo l’occasione per ringraziare coloro che hanno partecipato, Flavia e Costanza e tutti voi che sostenete sempre le nostre iniziative.

 

 

Girls sta finendo: riusciremo a superarla?

Nel 2012 è successa una cosa molto bella: Judd Apatow ha deciso di produrre Girls, una serie BELLISSIMA scritta da Lena DunhamSettimana scorsa sono ufficialmente finite le riprese di quella che sarà la quinta e forever ultima stagione. Lena, che è una bella persona, ha condiviso su instagram pensieri struggenti sull'addio alla sua creatura. Io ho pianto molto, molti hanno pianto altrettanto. E sembra giusto ricordare, nonostante ancora il finale di serie non sia andato in onda, quanto stile e quanta bellezza questa stupida trentenne newyorkese abbia saputo regalarci.

Jemima Kirke, sua amichetta dal liceo e donna di una bonaggine rara, oltre ad essere Jessa, un personaggio adorabilmente complesso, è anche una vera e propria icona di stile ad minchiam. SOLO LEI può permettersi le jumpsuits, i vestitoni lunghissimi, i cappelli e le sciarpe che indossa nella serie e che fanno mettere in discussione l'orientamento sessuale di moltissime donne. Affascinante come lei, nessuno mai.

Allison Williams, bella ma freddina come poche, in quanto a stile non ha mai sfornato particolari perle (tranne la svolta boho che ancora oggi tento di rimuovere) ma in compenso vi prego guardate i post di Lena sull'ultimo giorno di riprese e piangete insieme a me per quelle faccine distrutte.

Zosia Mamet, per lei solo applausi. E' passata da disagiata con i vestiti e le acconciature che manco una koreana che sta a ròta per Hello Kitty ad un donnino di tutto rispetto vestita bene ed elegante e con la classica pettinatura di tutte le attrici di tutte le serie tv americane.

Di Hannah/Lena già se ne parlò e adesso, alla fine di questi 5 anni in cui una ragazza ci ha insegnato che in tv ci possiamo andare anche noi, ma proprio noi-noi, possiamo solo urlarle addosso GRAZIE LENA, SEI MEJO TE, TORNAH!

World Style Contest Italia: Alessandra Pucci è la vincitrice!

Il 2 e il 3 ottobre, a Bologna, si è tenuto il World Style Contest Italia, la manifestazione organizzata da Davines che permette a tutti i parrucchieri che utilizzano il marchio di proporre una creazione di colore e styling che esprima al meglio la loro professionalità e creatività.

La nostra Alessandra Pucci era una dei sei finalisti che si è portata a casa la vittoria!

Le abbiamo chiesto di raccontarci com’è andata, ecco qui le sue impressioni (e un po’ di backstage).

“E’ cominciato tutto quando ho incontrato Sophia. Ero in macchina con Franco e lei ha attraversato la strada lungo le strisce davanti a noi. Sono scesa di corsa, dovevo assolutamente conoscerla! La sua bellezza così fuori dagli schemi mi ha colpita e l’ho invitata a venire al salone perché desideravo lavorare sui suoi capelli. Lei non ha accettato subito ma alla fine sono riuscita nel mio intento. Mentre le tagliavo i capelli, tantissime immagini mi sono venute alla mente ed ho capito che sarebbe stata la modella giusta da portare al contest. Ho lavorato ad un moodboard e l’ho intitolato No Border. Questo racchiude in sé il mio concetto di bellezza: qualcosa che ti trasmette totale emozione, che è imperfetta, che non si lascia ingabbiare in nessun recinto, che non è antica né moderna, è personale, unica e irripetibile. Il contest è stato un turbinio di emozioni. Il giorno precedente tutti noi finalisti abbiamo lavorato sulle modelle, studiando il mix di colori, l’abbigliamento, lo styling, il trucco. La squadra di Davines è stata davvero impareggiabile: tutti si sono prodigati per permetterci di lavorare al meglio, senza stress. E’ stato molto piacevole e creativo parlare con i miei colleghi, scambiare idee e sensazioni. Per il trucco di Sophie, Apollonia Tolo, a capo del gruppo dei make up artist si è rivelata provvidenziale: ha compreso subito il concetto che volevo esprimere e ha realizzato una vera opera d’arte. Le ore sul palco sono andate via veloci, la voce mi tremava un po’ ma ero felice di essere lì, di avere ancora una volta grazie a Davines, l’opportunità di crescere come professionista. Dopo l’annuncio ho sentito solo applausi e le voci di Barbara, Laura e Franco, parte della mia squadra, che erano lì per sostenermi. E’ stata un’emozione grandissima vincere il premio come Best Cut e poi come Best Stylist! Ho avuto anche la fortuna di conoscere il grande Marco Zanardi, fondatore di Orea Malià, che seguo da quando ho cominciato questo lavoro e che trovo sia di grande ispirazione per chi fa questo mestiere.

Partecipare al contest mi ha fatto entrare in una sorta di onda creativa e spero che l’anno prossimo anche i miei ragazzi possano parteciparvi.

Sono felice che Davines, come poche aziende in Italia, punti sempre all’eccellenza e premi la dedizione, l’impegno e la passione che tantissimi parrucchieri impiegano ogni giorno nei loro saloni. Vorrei ringraziare le persone che hanno reso possibile tutto questo: Franco, che mi è sempre vicino, Sophie che mi ha lasciata libera di creare, Alessandra Di Pietro per i suoi consigli, la squadra dei miei ragazzi che mi ispirano, Sophia B per gli abiti, Federico Massimiliano Mozzano per le foto, mia sorella Vilma che mi sostiene come poche al mondo sanno fare, Tamara Viola per i social e tutte le amiche e gli amici che ogni giorno mi supportano e mi sopportano. E grazie a tutti i clienti di RiccioCapriccio che ogni giorno ci scelgono per la loro bellezza.”

Che dire? E’ un mondo difficile, è vita incerta ma quando si porta a casa una vittoria così la felicità è a pacchi!

 

Mani marker: un evidenziatore-smalto per la vittoria!

Dite la verità: anche voi sui banchi di scuola avete usato l’evidenziatore fluo per colorarvi le unghie! Lo abbiamo fatto tutte, con risultati piuttosto discutibili.

Chi avrebbe mai detto che con quel gesto avremmo precorso i tempi?

La Ciaté London, già creatrice dello smalto caviar, si è inventata il Mani Marker.

Si tratta di un vero e proprio smalto-evidenziatore che rivoluziona completamente la stesura e la gestualità alla quale siamo abituate.

Si impugna come un pennarello, ha la punta larga e angolata ed è perfetto per evitare sbavature e piccole imperfezioni. Usarlo è un gioco da ragazze: è sufficiente agitarlo a tappo chiuso e spingere leggermente lungo il corpo dell’evidenziatore fino a quando la punta non si sarà colorata del tutto. Basta premere con delicatezza sull’unghia per ottenere una nuance piena e corposa, effetto lacca. L’asciugatura è veloce.

Quello che lo rende fantastico è il suo pigmento opaco, studiato appositamente per non lasciare segni sulla pelle. Niente sbaffi, niente errori, niente cuticole imbrattate, niente mosse di karatè per ripulirsi le dita: una specie di sogno ad occhi aperti.

È disponibile in una grande varietà di colori, dal rosso classico fino alle tonalità più scure come il blu cobalto. Per acquistarlo basta cliccare qui, solo dodici sterline vi separano dal vostro evidenziatore magico, ma attenzione: è quasi sempre sold out! Tenetelo d’occhio.

Se lo smalto spray non mi aveva mai convinta del tutto, questo mi ha rubato il cuore.

Sul profilo instagram del marchio trovate anche i video per l’applicazione, io ho scelto questo che mi sembra a prova di Impedita.

Non abbiamo più scuse ormai, unghie laccate per tutte!

 

Il segreto per avere capelli lunghi e sani? Tagliarli!

Siete ragazze ambiziose: avete deciso che una delle vostre mire espansionistiche dell’anno è quella di ottenere una chioma lunga e soffice in stile Beyoncé. Come fare?

Ecco alcune regole da seguire.

Tagliare

Incredibile ma vero: tagliare i capelli li aiuta a crescere più sani. E’ buona norma eliminarne un centimetro e mezzo almeno ogni tre mesi. In questo modo non avrete punte sfibrate, secche o svolazzanti e il taglio, sempre fresco anche se semplice (un long bob tutto pari, ad esempio), vi farà apparire sempre in ordine anche con una veloce asciugatura.

Idratare

La scarsa idratazione è la nemica numero uno dei capelli sani: assicuratevi di utilizzare uno shampoo e un conditioner che rivitalizzino la vostra chioma e le diano corpo e morbidezza. Noi consigliamo sempre la linea Melu di Davines che contiene olio di mandorle dolci e lenticchie di Villalba, altamente nutrienti.

Asciugare

Dite addio a phon dal getto troppo aggressivo e a piastre ereditate dalla prozia Astolfa sopravvissuta alle spalline degli anni ‘80: scegliete prodotti che rendano l’asciugatura e lo styling un piacere. Per definire le lunghezze la piastra Cloud Nine è perfetta: le sue lamelle in ceramica si scaldano con un tocco e il sistema Dual temperature control sceglie la temperatura giusta per i tuoi capelli, senza danneggiarli e lasciandoli lucenti. Noi non possiamo più farne a meno!

Pettinare

Pettinare dolcemente è un atto d’amore dovuto verso i nostri capelli: la Tangle Teezer resta la nostra preferita perché scioglie i nodi, non spezza i fusti e non vi fa piangere nemmeno un po’. E poi, quanto è carina?!?

Legare

Elastici con protezioni in alluminio o troppo stretti contribuiscono all’indebolimento dei capelli. Usate sempre elastici in stoffa oppure gli Invisibobble che non li spezzano e tengono perfettamente lo chignon.

Segnato tutto? Ci aspettiamo almeno una menzione nel vostro discorso di premiazione quando sarete elette Miss Capelli Fluenti dell’anno!

Orange is the new black: una quarta stagione un sacco hardcore.

Sono ormai 3 anni che Netflix ci sollazza con gli episodi di Orange is the new black. Quest’anno la serie che racconta la vita in carcere di un peculiare gruppo di donne è arrivata alla quarta stagione e oh, il mood è cambiato TANTISSIMO. Siamo infatti di fronte ad un cambio di rotta incredibbole amigi

“Na cifra dark” potrebbe essere la recensione più breve e puntuale da fare, forse. Diciamo però che le nostre eroine marce con la divisa arancione si stanno un sacco facendo prendere la mano dall’ambiente orribile che le circonda e stanno diventando cattivissime. Come sempre, ogni nuova arrivata ha la tuta color beigiolino-morte d’ordinanza e deve tentare di sopravvivere in mezzo ad assassine, narcotrafficanti, rapinatrici o più semplicemente psicopatiche. Se in carcere tutte le donne sono vestite forzatamente uguali, però, è grazie ai flashback che vediamo le protagoniste nella loro dimensione originale e ci possiamo godere gli outfit improbabili di alcune di loro. Indimenticabile è la mise di Pennsatucky, meth head matta, quando stagioni or sono abbiamo scoperto come era finita in galera inspiegabilmente non per i capelli mezzi biondi e mezzi castani ma facendo una strage in una clinica abortista perché le avevano vietato di abortire per la centosettantesima volta. You go girl! E Maritza, la bonissima con artist, ci delizia nel suo flashback con fascianti tubini delicati e orecchini tondi grandi come una vera latina del ghetto. Niente a che vedere con i look castigati e noiosi di Piper, ei fu protagonista ormai relegata a mero personaggio secondario, addirittura sotto, per livello d’importanza, ad Alex e i suoi occhiali meravigliosi.

Un girl power che veramente levatevi tutti, comunque.

 

Open Style Lab, il laboratorio del design utile

Michael vive sulla sedie a rotelle e ha problemi a coniugare un vestiario elegante col fatto che le maniche gli diventano lerce subito per il fatto che toccano le ruote e quando piove deve spostarsi dalla macchina alla sedia a rotelle e si bagna. Così come Justin che ha bisogno di una giacca che non gli impedisca i movimenti e gli permetta di mantenere costante la sua temperatura corporea.

Eliza è autistica e ha una tolleranza tattile molto bassa per cui distrugge tutte le magliette che indossa. Anche Justin è sulla sedia rotelle a causa di una scoliosi che lo obbliga ad assumere una posizione piegata in avanti e ha bisogno di una giacca a vento che gli copra interamente la schiena e gli renda facili i movimenti.

Queste sono le quattro sfide progettuali dell'Open Style Lab, un laboratorio interdisciplinare tenuto e organizzato dal MIT, per gli studenti di design, ingegneria e terapia occupazionale, il cui scopo è creare dei vestiti con delle caratteristiche specifiche per persone disabili, le cui partecipanti erano  tutte donne.

Questo tipo di ricerca nel campo del design si chiama inclusive design. Oltre a progetti dedicati alle persone disabili, l'inclusive design si occupa di progetti per anziani, in particolare in ambito urbanistico o anche per oggetti per chi ha problemi con l'artrite o il Parkinson.

Ad ogni persona era dedicato un team diverso e alla fine ha vinto il Team Eliza. Hanno creato una maglietta che non ha cuciture (per cui non ci sono fili da tirare), ha dei bordi antistrappo ed è praticamente indistruttibile.

 

Addio pioggia, benvenuta piega perfetta!

Succede sempre così: quelle mattine in cui ti svegli due ore prima per dedicarti alla piega che, miracolosamente, risulta perfetta, quelle mattine in cui hai prenotato dal parrucchiere perché oh, il tuo caschetto se lo merita di essere liscio come se non ci fosse un domani, per una qualche legge assurda o per quella di Murphy, puntualmente piove.

E non una pioggerella leggera, gestibile, ma un vero e proprio diluvio che nemmeno un prodotto anticrespo da mille mila milioni di soldi può affrontare.

E ti ritrovi così a piangere, con i capelli a spumone, nel bagno dell’ufficio a cercare di salvare il salvabile per poi ripiegare su una coda o uno chignon improvvisato.

A questo devono aver pensato quelli di Louvelle, azienda del settore luxury australiana, che ha rinnovato completamente il concetto di cuffia per la doccia, trasformandola in un turbante super cool da sfoggiare nei giorni di bad hair o quando, appunto, avete l’esigenza di mantenere la piega perfetta.

Sono realizzate in tessuto elasticizzato con un rivestimento waterproof, si adattano alla misura e alla quantità di capelli di ognuna e sono disponibili in diverse stampe, più classiche o più colorate, a seconda del vostro look. Hanno un packaging retro adorabile che vi farà dimenticare il loro costo, circa 40 dollari. Sono perfette da tenere in borsetta e da sfoggiare all'evenienza.

Addio cuffie orrende rubate in hotel, da oggi Louvelle per tutte!

 

Dieci cose che tutti ti dicono quando hai i capelli colorati

Avere i capelli colorati è meraviglioso ma bisogna scontrarsi con un mondo che forse non è ancora pronto ad un esercito di chiome minipony. Perciò se vuoi dare il via al cambiamento multicolor preparati!

Sei un’egocentrica, vuoi tutti gli occhi puntati addosso

Forse sì e che ci sarebbe di male? Continuiamo a pensare che il colore di capelli sia l’espressione più immediata della propria emotività, del proprio stile, di quello che vogliamo dire di noi agli altri. Lo facciamo con i vestiti e con le scarpe, perché con il resto no?

Sei un’artista

Magari! Se valgono i disegnetti dei tramonti e gli omini con il corpo a stecchetto allora sì.

Sei coraggiosa

Ehm. Amici, sono solo capelli. Il coraggio è ben altra cosa.

Posso toccarti i capelli?

Tutti e sottolineiamo tutti vorranno toccarti i capelli. Forse per accertarsi che non si tratti di una parrucca ma l’impulso è irresistibile. Procurati un guanto di capretto per scacciare gli indesiderati.

Resterai calva

Dopo i dovuti scongiuri, sfodera il biglietto da visita di RiccioCapriccio: i tuoi nemici saranno neutralizzati all’istante.

Sei troppo vecchia

Davvero? Davvero esiste un limite di tempo massimo in cui potersi colorare i capelli come si vuole?

Non troverai mai lavoro conciata così

Permetteteci di dissentire. Una persona che esprime se stessa appieno, con i capelli, gli abiti e la sua preparazione sarebbe un’ottima risorsa per chiunque.

Così spaventi le persone

Chi ha i capelli colorati diventa immediatamente l’idolo dei bambini, degli anziani, di chiunque. Una testa minipony garantisce fans accaniti e altrettanti detrattori. Tu circondati dei primi.

I capelli si rovinano

Ecco, siamo nel 2016, ci sono mille prodotti per la cura dei capelli, parrucchieri eccellenti (tipo noi, che siamo assai modesti!) e trattamenti che possiamo fare a casa con facilità. I capelli trattati, che siano rosa o castano chiaro si coccolano allo stesso modo.

Perché hai i capelli di quel colore?

Qui puoi liberare la fantasia: lanciarti in poetiche descrizioni o semplicemente rispondere Perché sì.

Teste minipony, uniamoci!

 

The Get Down. Uh mamma, gli anni '70!

Dopo Stranger Things, laggente sta andando un sacco in fissa per The Get Down. Pure questa targata Netflix, è una serie prodotta da uno che sulla sobrietà c’ha fondato una carriera: Baz Luhrmann.

Dopo mezzi capolavori (Moulin Rouge, Romeo & Juliet) e mezze boiate (Australia) il dottor regista ha deciso di produrre pure la nuova serie con, tra gli altri, Giancarlo Esposito. Indimenticato ed indimenticabile Gus Fring di Breaking Bad.

In The Get Down è abbastanza chiaro che uno dei protagonisti è lo stile fine anni ’70.

Pantaloni a zampa stretti stretti sulle cosce e larghi larghi alle caviglie, capelli cotonati fino all’inverosimile, colori sobri ed eleganti, carte da parati che mmmariiiahhh perchèèè?, bomber acetati, cappelli improbabili, giacchine alla febbre del sabato sera e tutta una serie di abiti al metà tra il raccapricciante e lo stile vero.

Qua la gente canta, canta e ha un desiderio fortissimo di continuare a cantare per sempre. Era d'altronde l’epoca della musica quella seria, quella dei ragazzi di colore che finalmente iniziavano a farsi notare. Insomma gli anni in cui i Jackson Five se la scoattavano e dominavano alla grandissima.

Tra donnine che dovrebbero essere casa e chiesa ma che invece vogliono sfondare nel mondo della musica, padri che son pure preti e OH MIO DIO MIA FIGLIA VENERA IL DEMONIO LE PIACE LA MUSICA ARRIVERA’ L’APOCALISSE, sti ragazzetti tentano di barcamenarsi in una Brooklyn, New York, terribilmente affascinante.

Se siete fan della musica e dello stile di vostra madre, vedeteneh!


 

World Style Contest Italia 2016: siamo in finale!

Model: Sophia Forck

Photo: Federico Massimiliano Mozzano

Anche quest'anno, Davines ha organizzato il World Style Contest Italia, la manifestazione che permette a tutti i parrucchieri che utilizzano il marchio di proporre una creazione di colore e styling per esprimere al meglio la loro professionalità e creatività.

Siamo lietissimi di annunciare che la nostra Alessandra Pucci è una dei sei finalisti del contest che si terrà a Bologna in occasione dello Show Italia Hair On Stage il due e tre ottobre!

La sua proposta, che potete ammirare qui in foto, ha come tema l'annullamento dei confini, la possibilità di rompere gli schemi delle abitudini, della quotidianità, del conosciuto.

Questa candidatura è una sfida e insieme una grande opportunità.

Si ringrazia la modella Sophia Forck e il fotografo Federico Massimiliano Mozzano.

Facciamo tutti il tifo per Alessandra!

 

Inversion method: Raperonzolo is in the house

Diciamoci la verità: dentro ognuna di noi sogna di essere Raperonzolo.

Capelli lunghissimi e fluenti sono perfetti per realizzare trecce, chignon, beach waves. Invece ci ritroviamo con quella mezza lunghezza che quando abbiamo scelto di farla ci sembrava una grandissima idea, mentre ora prendiamo integratori, accendiamo ceri alla madonna (si sa che le madonne hanno tutte i capelli lunghi), ci pettiniamo piano per non perderne nemmeno uno.

A quanto pare un modo per allungare i nostri capelli c’è e si chiama Inversion Method.

Si tratta di massaggiare con l’aiuto di un olio nutriente lo scalpo e poi restare a testa in giù per quattro minuti, una settimana al mese. Detto così sembra una specie di rito catartico ma insomma, noi ci proviamo ugualmente, metti che funziona!

Naturalmente se siete in dolce attesa, avete la sciatica, la cervicale, la pressione bassa, lasciate perdere e tornate all’idea del cero e degli integratori.

Quello che vi serve, come dicevo, è un olio nutriente: di cocco, di argan, d’oliva, di mandorle. Scegliete quello che vi piace di più.

Scaldatelo leggermente a bagnomaria e quando sarà tiepido, distribuitene una piccola quantità sullo scalpo, aiutandovi con un contagocce o con un dispenser dotato di beccuccio (come quelli per la tinta).

Fate partire un timer (un minuto di massaggio, trenta secondi di pausa, fino a dieci minuti) e cominciate a massaggiare la cute. In questo modo stimolerete la circolazione sanguigna e, a quanto pare, anche la crescita dei capelli. Fffffatto?!? Mettetevi a testa in giù per quattro minuti e mandate un messaggio d’amore ai nutrienti che stanno viaggiando lungo i vostri bulbi.

Secondo questo metodo, dovreste evitare di lavarvi i capelli dopo, quindi meglio farlo alla sera e procedere allo shampoo la mattina dopo, così da lasciare in posa l’olietto che va benissimo anche come maschera ristrutturante. Online è tutto un tripudio di: ommioddio, guarda, sono Pocahontas!

Noi vogliamo forse essere da meno? Vado subito a misurarmi il ciuffo.

 

Roswell. Gli alienini vestiti male!

Leggenda narra che nel 1947 in America, a Roswell, si sia schiantato un UFO. Cosa smentita settordici volte dal governo, dagli americani e dagli alieni stessi ma che ha alimentato una serie di storie che ancora non si sono placate.

Sfruttando l’evento, sulla compianta WB è andata in onda nel 1999 una serie tv dal titolo, appunto, Roswell.

I protagonisti, manco a dirlo, erano alcuni alieni che si erano perfettamente integrati nella cittadina che campava di souvenir e ristoranti a tema proprio sugli ufo e gli omini verdi.

Solo che gli omini non erano verdi mai ed avevano le bonissime sembianze di Jason Behr, Katherine Heigl, Brendan Fehr ed Emilie de Ravin.

Tutti vestiti male, ma male male, e che si mischiavano nel liceo della città con ragazze e ragazzi umani e che sussultavano ogni volta che li vedevano non per paura ma per la manifesta gnoccaggine di tutti loro.

Indimenticabili sono le divise di Liz Parker e Maria DeLuca del Crashdown, il ristorante in cui lavorano, con il grembiule fatto a faccia di alienino e le antenne deficienti. Roba che gente ancora oggi ci si traveste come cosplayer.

Tra l’altro, per noi pischelli di quegli anni, la povera Tess (ovvero Emilie De Ravin) era universalmente riconosciuta come La Vacca, lei e i suoi vestitini un po’ così messi sul suo figurino di un metro e 20. Chi lo avrebbe mai detto che proprio lei sarebbe diventata Claire di Lost? Non io, sicuramente.

Ps. Max & Liz, comunque, SOLO CUORE.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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Non è per sempre. Tatuaggi temporanei Paperself

Ho un serio problema con l’espressione “per sempre”. Mi viene un tic all’occhio quando la sento e voglia di fuggire via lontano. Ecco perché non ho mai pensato di tatuarmi anche se apprezzo moltissimo quest’arte e osservo ammirata chi decide di fare del proprio corpo una tela.

Ci sono molti modi, come diceva qualcuno e provare dei tatuaggi temporanei potrebbe essere una buona idea, prima di decidere se ci sentiamo pronte a qualcosa di definitivo.

Paperself, azienda britannica che già conosciamo per le mitiche ciglia finte di carta, delle vere e proprie opere d’arte, si è lanciata nel magico mondo dei temporary tattoo, con una gamma variegatissima di soggetti che accontenta praticamente tutti i gusti.

Ci sono gattini, fiocchi, bracciali metallizzati (che risaltano perfettamente con l’abbronzatura), fiori, piume, farfalle, ancore… di tutto di più!

Applicarli è facilissimo: scegliete la zona, pulite e asciugate la pelle e applicate il disegno tamponandolo con un batuffolo inumidito di acqua, esattamente come i trasferelli della nostra infanzia!

I tattoo sono waterproof e la loro durata varia dai due ai quattro giorni. Possono essere rimossi facilmente utilizzando acqua calda e sapone. Si acquistano online dal sito ufficiale che invia anche in Italia, i prezzi variano a seconda della grandezza ma ci sono anche dei multipack molto convenienti.

Pronte a fare concorrenza a Kat Von D? 


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti
Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

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Come un'app e un braccialetto possono aiutarti a rimanere incinta

È nata così. FitBit è un gadget elettronico che traccia le attività fisiche di una persona. Conta i passi, monitora il battito cardiaco, la qualità del sonno e altre cose che appena ti muovi segna quello segna tutto.

Un utente di Reddit, chiamiamolo David perché in effetti si chiama davvero così, uno abbastanza sportivo da dotarsi insieme alla moglie di FitBit, scrive che il battito cardiaco a riposo della moglie risulta improvvisamente accelerato. Pensa che sia un guasto, un utente gli chiede se la moglie fosse stressata o incinta.

Beh, dopo un rapido quanto eccitato controllo, la moglie era davvero incinta. Strano che nessuno se ne sia accorto prima.

A questo punto entra in gioco Clue (che in inglese significa indizio), un'app, ovviamente non l'unica ma a quanto pare una delle migliori, ed è gratis, che permette di tenere traccia del proprio ciclo mestruale. Inserendo dati sulla copiosità del flusso mestruale, l'umore e quanto male fa, Clue prevede quando ci sarà il prossimo ciclo e quando sarà il periodo fertile.

Il team scientifico di Clue ha condotto delle ricerche su alcune utenti di FitBit cercando di capire quanto sia frequente che FitBit registri un battito cardiaco a riposo accelerato prima o durante un'ovulazione effettiva. E il risultato è stato positivo.

Quindi FitBit potrebbe collezionare dati in maniera passiva ed essere usati in app come Clue per aggiungere dati in maniera più diretta e prevedere un probabile periodo fertile.


YOU GO, GIRL!
DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

Antonia scrive col pensiero, coi gatti e coi capelli. In genere su Ericosìcarina | Gender e antigender ma anche da altre parti.

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Stranger Things. Winona, gli anni ’80 e bambini carini

Laggente ultimamente ha riscoperto le gioie della serialità americana e non smette di parlare di Stranger Things, produzione di Netflix che ha buttato nel mezzo alcuni degli elementi più cuori dell’immaginario collettivo di noi stupidi cresciuti negli anni ‘80/’90.

Quegli scaltri di Netflix si saranno detti “oh ma cos’è che è piaciuto TANTISSIMO a quelli che ora hanno 30 o più anni? Cosa potremmo produrre per titillare i loro ricordi di piccini?”. La risposta è stata, evidentemente: “E.T., Alien, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Stand by me, Pretty in pink…” e via andare fino a tutti i riferimenti cinematografici possibile. Da qui, in un attimo, ne è nato l’adorabile Stranger Things.

Oltre ai 4 bambini protagonisti pucciosissimi e nerdissimi, c’è Eleven, la ragazzina speciale coi poteri, rasata e adorabile, che i nuovi amici vestono come se fosse ET, appunto. Parrucca bionda, vestitino rosa, e via a comandare tra i mostri e la gente cattiva del governo che fa esperimenti sui bimbi.

Ma il pezzo forte è lei: Winona Ryder. Non solo la sua faccia è rimasta praticamente uguale agli anni ’80, ma la vestono anche coi cappotti marroni di velluto a coste. E allora ditelo che volete farci piangere. Ditelo.

Come se non bastasse nel casting c’è anche una certa Barb che è la sosia disagiata di Molly Ringwald, roscia, con gli occhialoni e i mom jeans d’ordinanza.

Insomma, se avete una incredibile nostalgia dei tempi andati 30 anni fa, vi prego, vedete le 8 puntate e commuovetevi.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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SleepCycle Pillowcase: dormire ti fa bella

Mia nonna, una specie di guru del beauty in salsa pugliese, mi diceva sempre che imbellettarsi valeva niente se la notte si dormiva poco.

Lo sappiamo un po’ tutte ormai, il sonno è una specie di elisir di lunga giovinezza: rende i tratti del viso più distesi, le occhiaie meno evidenti, la pelle più luminosa.

Avranno pensato alle sue parole quelli di Skin Laundry, azienda californiana, che si è inventata una federa per cuscino con proprietà antibatteriche?

Lo SleepCycle Pillowcase, grazie alla sua tecnologia antimicrobica, promette una pelle più bella e più pulita, combatte punti neri, lucidità e brufolaglia semplicemente facendo dei pisolini.

All’apparenza sembra un normalissimo copri cuscino ma è 100% cotone a trecento fili incrociati, ipoallergenico e non irritante e mantiene i suoi effetti fino a cinquanta lavaggi. Costa 30 dollari (più spedizione), la trovate qui.

Insomma, possiamo fare ciao ciao con la manina alle maschere in tessuto, ai cerottini, agli scrub: fa tutto lui, noi dobbiamo solo dormire. O almeno provare a farlo.

 

Chissà se funziona pure sul cuscino gonfiabile al mare.


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti
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Keecoo k1, lo smartphone cinese per donne fissate coi selfie

Donne! È arrivato lo smartphone che fa per noi!

È abbastanza piccolo da poterlo tenere nelle nostre piccole mani di fata che tanto hanno saputo ricamare cuori e farfalle ed ha una forma insolitamente esagonale (vai a capire perché).

Ma soprattutto, come recita uno degli slogan sul sito il Keecoo K1 “Soddisfa ogni sorta di bisogno delle Appassionate di Selfie.”

Lo smartphone cinese ha inoltre una fotocamera posteriore da 13 Megapixel (l'iPhone 6, per dire, ha ce l'ha da 8 Megapixel) e una frontale da 8 Megapixel dotata di una tecnologia che rende “la pelle più soffice e delicata.” Inoltre non ha nemmeno l'ultima versione di Android (non ho ben capito se si può aggiornare) perché tanto alle donne non serve.

 

Per capire bene un prodotto del genere tocca tenere presente che la Repubblica Popolare Cinese sta vivendo un'ossessione per la bellezza nella quale i social hanno un ruolo ben importante.

Vedi l'A4 Challenge dove si deve dimostrare di avere una girovita che non sia più ampio di un foglio A4 in verticale o l'iPhone6 Challenge nella quale bisogna avere le ginocchia più strette di un iPhone6 o ancora il Lipstick Challenge in cui bisogna mettersi il rossetto facendo passare il braccio da dietro la testa, modello contorsionista barnum.

Sono state create anche app come BeautyPlus o Meren Xiangji che serve a ritoccare i propri selfie adattandoli ai canoni di bellezza della Cina contemporanea: occhi più grandi, mascella sottilissima, zigomi pronunciati, incarnato porcellanoso (il mio telefono che è cinese pure, ma genderneutral, ha queste funzioni incorporate nella fotocamera).

Tutta questa pressione sociale sulla bellezza e sulla magrezza ha portato un boom della chirurgia estetica, nel 2014 sono state effettuate sette milioni di operazioni chirurgiche.

Paese che vai, smartphone che trovi. 


YOU GO, GIRL!
DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

Antonia scrive col pensiero, coi gatti e coi capelli. In genere su Ericosìcarina | Gender e antigender ma anche da altre parti.

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Beverly Hills 90210. Aaron Spelling, TVB!

Aaron Spelling è una bella persona. Non solo ha figliato Tori Spelling che annualmente ci regala momenti di gossip veramente grandi, ha anche inventato alcune delle serie tv più longeve e più famose di sempre. Beverly Hills 90210 è una di queste e ancora ricordo che quando scoprii che il 90210 era il cap (in teoria lo Zip Code, in pratica il cap) ci rimasi malissimo e fu un attimo pensare ad una potenziale serie dal titolo 59100 (ndr: il cap di Prato, PO).

Già allora, in tv potevi scegliere il tuo alter ego del cuore o quantomeno il tuo personaggio preferito e subito si capiva che personaggio eri tu, più che altro.

Io, ad esempio, sono da sempre una fan incredibile di Steve che tutte ma proprio tutte snobbavano perché oggettivamente idiota. AMORE SUBITO PER SEMPRE infatti.

Anche a Kelly io volevo un sacco bene, era un sacco ricca, con vestiti belli e un sacco di problemi, come non stimarla? Donna poraccia andava a giro in condizioni pietose che la facevano un po’ sembrare una bimba speciale, mentre Brenda e Brandon erano un po’ per tutti i gemelli cacacazzo, lei vacca wannabe, lui noia noia e ancora noia, ante litteram di Dawson. Andrea, vabbè, che dire. Manco mi nonna. Mentre David io ricordo che lo odiavo perché ero già un “ODDIO SI DROGA E’ UN TOSSICO COMUNISTA CHE SCHIFO!”. Poi però ha preso tutti di tacco e si è sposato Megan Fox e allora sei meglio te.

Poi beh, c’era lui, quello che TUTTE ma proprio tutte (tranne meh) amavano e bramavano: Dylan. Uno che di maglietta tinta unita, jeans e giubbotto di pelle ha fatto una cifra stilistica che levati. Bad boy ma uuuuh ha il cuore tenero, bono anche se con occhio leggermente pio e delicatissimo.

Consiglio tra l’altro a tutti, per piangere un po’, il reboot 90210 con personaggi MERAVIGLIOSI e guest star incredibili prese direttamente dal nostro gioioso passato televisivo.

In tutto ciò, Shannon Doherty daje tutta e non mollare <


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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Zara copia giovane artista e risponde in malomodo

L'artista e illustratrice Tuesday Bassen, una che ha lavorato per cose enormi tipo Playboy, New Yorker, Nike e Adidas, quindi non proprio una pivellina alle prime armi, ha scoperto che Zara ha copiato alcuni dei sui disegni.

Non una lieve e vaga ispirazione, ma una copiacarbone bella e buona. L'immagine qui a fianco, presa dal sito di Bassen, è abbastanza esplicativa sulle somiglianze.

Bassen, anzi l'avvocato di Bassen, ha scritto a Zara e la risposta di Zara è stata veramente coatta.

In sostanza si dice che il lavoro di Bassen è troppo “semplice” e non facilmente riconoscibile, poiché, si continua con una spacconata, si consiglia di “mettere le cose in prospettiva”. Il sito di Zara ha una media 98.000.000 di visite al mese e lei in sostanza non è nessuno.

Ma non è la prima volta che l'azienda spagnola viene accusata di plagio. Ultimamente, per esempio, la collezione Yeezy Season 3 di Kanye West sembra essere stata presa, diciamo, da ispirazione sia da Zara, che da Topshop e Forever 21.

Magari il signor Kardashian se lo può permettere ma una come Tuesday Bassen no.

In questo caso il problema, sottolinea Fashion Law, non è di copyright, ma di legge sul trademark, che serve appunto a “proteggere l'origine di tratti identificativi, come nomi, loghi e/o elementi della confezione del prodotto, in modo da permettere ai consumatori di identificare un particolare business come la fonte di beni e servizi.”

D'altra parte Business of Fashion dichiara che “[...] in molti paesi (inclusi USA e UK) la moda non gode della stessa protezione che si possono permettere altri mezzi creativi come arte, letteratura o cinema perché abiti, scarpe e borse sono categorizzati come “oggetti funzionali,” e sono esenti dalle leggi del copyright. Al contrario, la legge protegge solo l'elemento creativo disgiunto di un prodotto, come il motivo di una stampa.”

In ogni caso la nostra Tuesday Bassen farà causa a Zara.

Il rapporto tra fast fashion e plagio/ispirazione è complesso, ma più che complesso, dipende semplicemente da chi prendi a modello (o copi).

Da una parte è palese che catene come Zara e H&M vendano versioni a buon mercato delle sfilate, per soddisfare i desideri haute couture di tutte noi (provate a trovare un capo che non sia molto di moda leggermente business woman o molto di moda leggermente adolescente anni '90) che poi è la base di quello che chiamano Piracy Paradox, secondo il quale copiare o prendere ispirazione dall'alta moda porta ad un altissimo ricambio delle idee e non fa altro che aiutare a produrre nuove idee. Certo magari non alle spese di piccoli designer.

La possiamo anche mettere sul consumismo. È la base della tecnologia degli smartphone.

Sia per la moda che per gli smartphone possiamo parlare di obsolescenza indotta e obsolescenza programmata. Ciò che va bene oggi, domani non andrà più bene.

Come dice la legge di Felson: “Rubare idee a una persona è plagio, rubarle a molte è ricerca.”

Insomma Zara se devi copiare fallo meglio e non te la tirare così tanto.


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DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

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