Gli aspetti esilaranti di portare la barba lunga

Nicola Carmignani parla di sé come di un "social coso", per intenderci: un bravissimo blogger, un instagrammer da paura, nonché un professionista del web. È anche uno dei barbuti più famosi della rete e confessiamo che proprio leggendo le sue avventure pelose abbiamo dato vita a questa rubrica maschile di RiccioCapriccio.

In particolare abbiamo trovato esilarante il suo decalogo di difficoltà per chi ha intrapreso la "hairy way of life"; si intitola Prova a farlo tu con questa barba! 

Dopo un breve cappello introduttivo dentro al quale Nicola racconta cosa lo ha spinto a vivere una vita insieme alla sua barba e di tutti gli sfottò - a volte bonari, alle volte pedanti - in cui incorre il sano portatore di barba (propria, mica d'altri), parte un elenco divertentissimo di piccole sfide quotidiane che vogliamo condividere con voi che ci leggete, con i nostri clienti barba-muniti, ma anche e soprattutto con chi della barba non vuole proprio saperne.

Tra le difficoltà più degne di nota abbiamo...

  1. mangiare un cono gelato. Meglio la coppetta con il cucchiaino oppure un cono gelato in casa con una doccia a portata di… mento
  2. strappare dello scotch con la bocca. Il nastro adesivo ai lati della bocca tenderà ad appiccicarsi ai peli e a farvi una ceretta casalinga
  3. convincere la gente che qualsiasi altro uomo con la barba non è né amico né fratello
  4. cercare passare inosservatose non a una convention di barbuti o a Pitti Uomo

Vi consigliamo di leggere il resto qui e ci auguriamo che vogliate farvi crescere presto una super barba come quella di Nicola. Le barbe sono belle!

Blanca Shoes: comfort e colore a Roma

Avete notato che da qualche giorno sugli scaffali di Riccio, in mezzo a tutte le nostre pozioni magiche, potete trovare anche delle scarpe coloratissime? Bene, sono le scarpe artigianali - e pop da morire - di Blanca Shoes. Oggi ve ne parliamo per Riccio Recommends.

Nasce tutto nel 2008 a Bologna con il marchio Aurarossa, che dava la firma a calzature raffinate, per donne sofisticate ma anche molto dinamiche (quelle che sì, vogliono stare comode, ma non dentro a un paio di ciabattoni di cuoio e canapa). La scarpa Aurarossa è interamente artigianale, viene progettata, disegnata e realizzata da maestri calzolai italiani sotto la guida innovativa dei fondatori del marchio. L'utilizzo esclusivo di materiali e pellami di alta qualità rende ogni modello comodo e unico. 

"Qualche anno fa, camminando per le storiche vie di quella splendida città che è Bologna, piene di boutique e negozi di artigianato, mi imbattei in un negozio di scarpe dove i miei occhi furono totalmente stregati da modelli colorati, raffinati e audaci. Uscii dal negozio con tre paia di scarpe e da quella volta ne diventai cliente abituale", si racconta così Carol, la fondatrice di Blanca Shoes. "Due anni fa presa dalla voglia di realizzare uno dei miei grandi sogni, aprire un negozio di scarpe, mi balenò in testa l'idea di portare Aurarossa a Roma. L'idea piano piano diventò un progetto in cui credere e così finalmente, a maggio di quest'anno, io e mia cugina Marta abbiamo realizzato quel negozio che trabocca colori di cui andiamo tanto fiere".

Trovate il negozio di Carol e Marta a Roma in Via Veio 25 e le Blanca Shoes sono anche su Instagram. Nella galleria qui sotto, qualche modello di cui ci siamo innamorati noi di Riccio. Fate shopping, che fa bene!

Pretty Little Liars. Quattro adorabili bugiarde e tamarre

Dal 2010 il fantastico canale Abc family ci regala gioie inenarrabili trasmettendo Pretty Little Liars che Wikipedia definisce teneramente un teen drama mistery thriller. Certo. Sarebbe bastato un bel "WTF" per racchiudere tutti i generi, ma tant’è.

Le rincoglionite bugiarde del titolo sono 4 ragazzine (ormai centenarie, ovviamente) di Rosewood, fantomatica città a due passi da Philadelphia in cui ogni due per tre viene ucciso/stalkerato/torturato qualcuno ma tutti son tranquilli perché cioè raga quanto mistero quanto soppiatto mammamia.

Oltre a tentare con risultati pessimi di arrivare vive a fine puntata, le nostre eroine Spencer, Aria, Emily e Hannah si vestono, appunto per non dare nell’occhio, in maniera davvero ma DAVVERO improbabile. Pagine e pagine di Tumblr e dell’internet sono cosparse degli outfits imbarazzanti delle ragazze più sfigate della Pennsylvania. Gente che si è presentata a funerali vestita come se dovesse andare ad un festino sadomaso. L’esperienza insomma.

Indimenticabile il tubino rosso in latex + tacco 15 di una Aria 15enne che in un caldo pomeriggio primaverile andava col suo prof/amante ad una mostra d’arte. E che ci vogliamo scordare la sua gonna fatta di cravatte? No. Io non dimentico. Come è abbastanza unforgettable lo stile da educanda delle prime stagioni di Spencer, tutta Burberry e gilet.

Forse, ma solo forse, in confronto alle due di cui sopra e ad Hanna che è tutt’un abominio di vestiti da cessa, l’unica che spicca in sobrietà è la Sporty Spice de nos otros Emily. La strabona Shay Mitchell che è talmente perfetta che le puoi mettere addosso pure robe tragiche, tanto lei è così e che je frega.

Ah, tra i mille siti di outfit ci sono anche quelli che ti spiegano come vestirti come loro. Ecco, gente, evitiamo.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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How to: Come mettere le ciglia finte

Terrazza. Seduta ad un tavolino sciabbi scic adornato da meravigliose peonie, un mojito freschissimo davanti, quello nel barattolo della conserva, il vestitino nuovo che ti sta benissimo, una leggera felicità.

Poi arriva lui: un manzo di un metro e ottanta, camicia, zero sandali. Sfoderi il tuo sguardo killer e lui che fa? Ride. Ride forte, forte. E tu ti accorgi che le tue ciglia finte, quelle che hai scelto con tanto amore, si sono staccate per metà, effetto ventaglio di cartone della Madonna di Pompei ammazzato dal vento.

Amica, è successo a tutte. Ce la puoi fare, ti aiuto io!

Questa volta ci mettiamo le ciglia finte per bene.

Cosa ti serve:

-       un paio di ciglia finte di tuo gusto (naturali, drammatiche, exaggerate),

-       colla DUO (compra questa e diffida delle altre, ascolta la saggia donna che scrive),

-       un piegaciglia (il mio preferito è questo, cercane uno che si adatti alla forma del tuo occhio, è importante),

-       un bastoncino di legno (quelli per la manicure vanno benissimo),

-       un paio di forbicine,

-       un paio di pinzette per sopracciglia,

-       uno specchietto,

-       matita per occhi e mascara.

Mossa n.1

Prendi le misure. Se le ciglia finte sono troppo grandi per il tuo occhio, tagliane le estremità con delle forbicine.

Mossa n.2

Prendi il piegaciglia e incurva le tue naturali. Non fare troppa pressione. La curvatura ti aiuterà a fare aderire meglio le ciglia finte.

Mossa n.3

Solleva con delicatezza le ciglia finte usando la pinzetta.

Mossa n.4

Distribuisci un filo di colla lungo il perimetro delle ciglia. Attendi un minuto prima di avvicinarle agli occhi.

Mossa n.5

Appoggia delicatamente le ciglia finte lungo il bordo delle tue naturali partendo dal centro. Aiutandoti con il bastoncino, falle aderire alla parte restante dell’occhio. Verifica che le ciglia siano in linea tenendo lo specchietto in basso.

Mossa n.6

Bene, le hai incollate! Adesso rifinisci il bordo dell’occhio con una matita, meglio se del colore delle ciglia finte, per evitare l’antiestetico stacco. La matita si sfuma con più facilità rispetto all’eyeliner, qui siamo tra impedite, oh!

Mossa n.7

Applica il mascara cercando di far aderire il più possibile le tue ciglia naturali con quelle finte, muovendo lo scovolino in entrambi i sensi, prima dall’alto, poi dal basso.

Ci siamo: adesso sei libera di scerbiattare in tutti i luoghi e in tutti i laghi!


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti
Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

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Le app anti Uber dedicate alle donne

Le molestie alle donne sulle macchine di Uber da parte dei guidatori sono un problema. Anche le molestie alle donne fuori dalle macchine di Uber e di Lyft, suo concorrente sono un problema. (I tassisti italiani invece hanno un problema proprio con Uber.)

Così negli Stati Uniti sono nate prima SheTaxis, a New York, SafeHer, nella zona di Boston e SeeJaneGo, nella zona di Los Angeles, tre app di trasporto privato dedicato esclusivamente alle donne, con guidatrici donne e passeggere donne. Gli uomini saranno ammessi ma solo accompagnati. Ogni guidatrice avrà un controllo multiplo basato controllo dei precedenti penali e automobilistici e un sistema di rating.

Ma c'è chi, nel caso di SafeHer, ha gridato alla discriminazione sessuale, almeno seguendo le leggi del Massachusettes. Sembra assurdo che si arrivi a questo, tutto questo.

“Vogliamo sottolineare che le donne, per la natura stessa della sharing economy, sono state fondamentalmente escluse.” ha dichiarato William Jordan ”Questa è un'opportunità per partecipare alla gig economy. Stiamo creando una comunità di donne che aiutano altre donne a raggiungere degli obiettivi, sia privati che professionali".


YOU GO, GIRL!
DONNE CHE LAVORANO, TALENTI EMERGENTI E ALTRE ECCELLENZE GEN(D)ERICHE

di Antonia Caruso

Antonia scrive col pensiero, coi gatti e coi capelli. In genere su Ericosìcarina | Gender e antigender ma anche da altre parti.

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MOMO: idratazione massima anche in estate

Amica, in estate i tuoi capelli sono crespi e aridi come cactus? Vieni da Riccio e lasciati coccolare dalle note fruttate di MOMO Hair Potion di Davines.

La sua formulazione leave-on è caratterizzata da una texture setosa ed è indicata per idratare in profondità tutti i capelli che ne hanno bisogno. Non appesantisce, dona idratazione, lasciando i capelli morbidi e lucenti.

A base di melone giallo Cartucciaru da presidio Slow Food, MOMO è anche shampoo e conditioner; usali per un trattamento idratante completo, fresco, rigenerante, vitaminico e perfetto durante l'estate, quando i tuoi capelli hanno più bisogno di acqua e sali minerali.

Clicca qui per scoprire tutto sulla linea #MOMO di Davines!

Il Club delle Impedite: un ultimo con-turbante appuntamento

Con la riunione di ieri sera, Il Club delle Impedite ha salutato tutte le sue adepte con un augurio: che l'estate arrivi e senza alcuna paura della ricrescita! 

La serata dedicata al turbante è stata senza alcun dubbio la più folle e spumeggiante della stagione, vi siete cimentate in creazioni di altissimo livello, superato difficoltà e calura estreme. E sapete una cosa? Eravate bellissime. Tutte quante, nessuna esclusa. 

Ci piace pensare di essere riusciti ad accompagnarvi in un piccolo percorso: con Claudia D'Angelo alla guida, vi abbiamo portato agli aperitivi imbarazzanti, ai primi appuntamenti galanti, alle serate in discoteca, agli incontri di lavoro, ai matrimoni... e con l'affetto divertito di un'amica che vi guarda camminare per la prima volta su dei tacchi troppo alti per voi, vi abbiamo ammirate riuscire ancora una volta ad essere assolutamente favolose.

La reginetta incoronata di ieri sera non poteva che essere quella maldestra di Vilma a.k.a. Villy, ma dovere di cronaca ci impone di dire che si è guadagnata il suo diadema con grande sforzo, combattendo duramente contro una Zia Assunta agguerritissima e una Marcy tutt'altro che abile.

Ora siete tutte diplomate in Impacciataggine e Soluzioni Applicate. A ottobre ricominciano i corsi del Club delle Impedite da RiccioCapriccio e abbiamo già in serbo per voi grandi sorprese. Per ora godetevi il sole, il mare e i vostri splendidi turbanti. Ci rivediamo in autunno!

Grazie. :)

One Tree Hill. Del basket chissenefrega, ma quanta bellezza

Su Rai2, tanti anni orsono, andava in onda una serie tv bellliiissima con uno dei personaggi meglio scritti di sempre: Brooke Davis.

A Tree Hill la gente si vestiva tendenzialmente molto male, soprattutto la povera svantaggiata Hailey che inspiegabilmente è finita a sposarsi quello gnocco di Nathan. La gente ancora a giro si chiede “in che senso?”, visto che lei osava uscire di casa coi poncho di lana e delle scarpe che manco quelle ortopediche erano così antiestestiche.

Peyton, in compenso, era una cifra triste e già che c’era lo esternava con i suoi vestiti neri, le sue giacche di pelle e i suoi disegni tanto tanto macabri. Tanto disagio, tanti problemi, ma quanto era bona mannaggia a lei.

Certo, mai quanto Brooke che, se nelle prime stagioni andava in giro vestita da vacca e si faceva trovare nuda nelle macchine dei compagni di classe (Brooke io ti amo, ci hai insegnato tanto nella vita), nelle ultime era diventata un donnino per bene con la sua linea di moda favolosa e quasi elegante.

Poi beh, c’erano gli uomini. Nathan, come già detto, era molto notevole. Ma pure Lucas, tenebroso e noioso quanto basta, faceva la sua porchissima figura coi vestiti da povero che gli davano in dote. INDIMENTICABILE la scena del pilot in cui lui viene quasi investito dalla macchina di Peyton mentre passa con quella felpa grigia con cappuccio che ha fatto storia.

Belli, e bravi, TUTTI.

(Tranne Mouth. Lui porello proprio no.)


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

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Letture per l’estate, titoli da ombrellone però di qualità

Luca Ricci ha scritto per Ricci & Capricci, la sua rubrica su Il Messaggero che già dal nome ci piace tantissimo, una lista di libri da portare in vacanza. La ricondividiamo qui per voi! 

Ma perché sotto l’ombrellone bisogna sempre leggere libri pessimi? Best seller con trame dopate, giallini (stranieri o nostrani fa poca differenza, conta il diminutivo), chick-lit (sciocchezzai pieni di “cuore, sole e amore”), bio di cantanti o calciatori, ricettari. Per provare a contrastare questo luogo comune, di seguito ecco alcuni titoli per l’estate che mi sentirei tranquillamente di poter definire più che ottimi. Perché la lettura leggera- nei mesi da giugno a settembre sinonimo di “estiva”- non deve per forza di cose essere frivola.
 
“La letteratura italiana ha uno scrittore che non assomiglia a nessun altro”. Così Italo Calvino presentava Giorgio Manganelli al pubblico francese in occasione dell’uscita di Centuria oltralpe, nel 1985. Ma il discorso torna utile anche oggi che “Centuria” (Adelphi, pag. 316, 13,00 €) è appena uscito in formato tascabile. Sì perché Manganelli si può dire ancora un autore inedito e tutto da scoprire anche da noi, e non c’è niente di meglio di questi terribili raccontini metafisici per iniziare a conoscerlo.
 
A molti il suo nome non dirà assolutamente nulla, eppure Breece D’ J Pancake è una specie di mito per una nicchia ancora ristretta di appassionati. Morto suicida a soli ventisei anni, ha lasciato un unico libro di racconti intitolato “Trilobiti” (minimum fax, pag. 191, 16,00 €) in cui canta le piane del West Virginia e un’America desolata e minore con il calore entusiastico dell’autodidatta principiante e, al contempo, con i trucchi di un precocissimo maestro.
 
La leggerezza anziché il tema può riguardare la forma, quando ad esempio un’inchiesta prende il passo di una storia e, come all’interno di un caleidoscopio, i fatti vengono raccontati da diversi punti di vista: è il caso de “I treni non esplodono” (Piano B, pag. 155, 15,00 €) di Federico di Vita e Ilaria Giannini, in cui si ricostruisce la tragedia viareggina del treno merci carico di Gpl deragliato il 29 giugno 2009, e a parlare in prima persona sono un pompiere o il capostazione, un vigile o un autista della Croce Verde.
 
Tra il 1918 e il 1921 l’austriaco Karl Hans Strobl diresse quella che può essere definita come la prima rivista interamente dedicata al fantastico su scala mondiale, antesignana di Weird Tales. Adesso è possibile leggere una sintesi di quell’esperienza- fondamentale per chi voglia destreggiarsi e confrontarsi con il fantastico, genere che ama fantasmi e incubi- in “Il giardino delle orchidee” (Hypnos, a cura di Alessandro Fambrini, pag. 159, 20,00 €, con riproduzioni di illustrazioni e copertine d’epoca).
 
“Un giorno di festa” (Neri Pozza, pag, 139, 15,00 €) di Graham Swift è un romanzo nel solco della più classica tradizione inglese del dopoguerra: due famiglie dell’upper class immerse nelle verdi contee londinesi che consumano le loro domeniche un picnic via l’altro e la purezza di una promessa di matrimonio macchiata da una relazione ovviamente clandestina e ovviamente scandalosa. Con tanto di colpaccio di scena e decoro in frantumi.
 
Antonio Delfini e Silvio D’Arzo sono forse gli scrittori italiani più irregolari del nostro novecento; di sicuro per lunghi lacerti del novecento invisibili, scrittori amati da scrittori (a volte anche detestati, a onor del vero) e nulla più, soggetti a riscoperte lampo e ad altrettanti repentini oblii, chi volesse adesso riscoprili definitivamente può provare con “Scrittori da un ducato in fiamme” (Corsiero editore, pag. 155, 17,50 €) dello studioso Alberto Bertoni, dove l’innegabile piglio accademico è sempre temperato da una prosa discorsiva e perfino, a tratti, narrativa.
 
Ogni estate ciascuno di noi sogna di smaltire un po’ di libri arretrati, usciti magari da qualche anno e ancora non letti. Stavolta la mia preferenza va a "Cancroregina” (Adelphi, pag. 96, 10,00 €) di Tommaso Landolfi, il nostro scrittore più “weird” e immaginifico, ancora in attesa di essere tirato giù dal pantheon e conquistare la platea trasversale e ampia che meriterebbe. In questo delirio del 1950 uno scrittore scontento di sé (quale scrittore non lo è?) s’imbatte in uno scienziato pazzo che lo imbarca nella sua navetta per un viaggio spaziale in cui la catastrofe finale sarà un monologo esistenzialista sul “nulla”, degno di un Sartre o di un Moravia.

Leggi qui tutti gli altri articoli di Ricci & Capricci!

Un Dyson Supersonic per la vittoria!

Non so voi ma io parlo sempre.

Mi sveglio e parlo, fumo e parlo, mangio e parlo, anche in questo momento scrivo e parlo, insomma non sto mai zitta.

L’unico momento in cui taccio è quando mi asciugo i capelli ma solo perché non riesco a sentirmi.

Qualche giorno fa, la svolta: scopro che Dyson (sì, quella degli aspirapolvere galattici) si è inventata un nuovo fon*. Un fon SILENZIOSO.

Ora, elenchiamo le caratteristiche pallose di un asciugacapelli:

-       fa rumore (come li ascolto i messaggi vocali con quel casino?),

-       spara calore a palla e si surriscalda (risultato: ustione e capelli secchi come il Sahara),

-       è pesante (se ne usi uno da viaggio nel tempo di una piega hai raggiunto l’età senile),

-       il diffusore universale NON è davvero universale.

Il signor James deve aver letto il mio diario segreto perché ha praticamente rivoluzionato l’apparecchio che tutte conosciamo.

Il Dyson Supersonic è:

-       leggero (pesa la metà di un fon tradizionale),

-       ha un microprocessore nel braccio dello strumento e non nella testa come al solito,

-       il getto è preciso e non oltrepassa i 150 gradi Celsius (zero capelli bruciati),

-       ha quattro livelli di calore differenti, incluso il getto freddo che serve per fissare la piega,

-       ha tre accessori MAGNETICI, applicarli è un gioco da ragazzi: un diffusore per i ricci, un becco per i lisci, un concentratore per definire l’acconciatura ciocca per ciocca,

-       ha degli ammortizzatori acustici nel motore per attutire il rumore.

La perfezione. Unico neo? Costa TRECENTONOVANTANOVE euro e sarà disponibile sul mercato da settembre 2016.

Sfoderate i porcellini, fate la cresta sulla spesa. Rubate i centesimi in chiesa: mai più senza.

 

*Incredibile, oh. Si scrive "fon".


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UnReal. La metatelevisione in grande spolvero

Lifetime solitamente non si presenta come un canale favoloso con programmi favolosi, ha partorito per lo più sciocchezze e poi, a un certo punto, ha deciso di fare il figo e ha mandato in onda una serie che s'intitola UnReal. E da lì applausi.

UnReal è un drama che racconta il dietro le quinte del fittizio Everlasting, reality che si ispira neanche troppo velatamente a The Bachelor, programmone di punta della televisione americana arrivato alla ventesima (!) stagione.

In Everlasting, un bono deve conoscere tante bone e infine sceglierne una con cui amarsi forever. Un po' come Uomini & Donne ma con decisamente meno stile.

Le pretendenti vengono pilotate con tantissima cattiveria dalla show runner e dalla produttrice esecutiva, entrambe persone davvero orribili che venderebbero la madre per una lacrima delle corteggiatrici. Gli outfit della serie tv caratterizzano molto i personaggi, tant'è che nella prima inquadratura Rachel (Shiri Appleby di Roswell!!), la produttrice cattiva, ha una maglietta con scritto "This is what a feminist look like". Spoiler: Rachel non è femminista MAI. E' pazza e ninfomane.

Tutte le concorrenti intanto sono vestite da debuttanti con vestiti lunghissimi e fintamente romantici (che si potrebbero tranquillamente trovare su un qualsiasi negozio della Tuscolana) o in alternativa con dei bikini striminziti per fare le vacche col protagonista.

Tutto molto bello, soprattutto la cruda spietatezza con cui viene raccontato il torbido mondo della televisione. E gente, credetemi, È TUTTO VERO.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'
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di Francesca Giorgetti

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Nuovi esperimenti: moda e stampa 3D

Se pensate che la stampa 3D applicata alla moda sia un concetto ancora fantascientifico o se non lo pensate ma siete scettiche che la stampa 3D possa andare oltre l'alta moda, beh, un po' avete ragione.

Quello che si è visto finora sono spesso più sperimentazioni di forme e materiali.

Come Energetic Pass, le scarpe spiraloidi di Neta Soreq disegnate a partire dalla conformazione delle fibre muscolari e in modo da rendere più elastica la camminata oppure la collezione Biomimicry di threeASFOUR, basata su tre spirali create da un armonografo 3D (un aggeggio che usa dei pendoli per disegnare) e sulla serie di Fibonacci.

Insomma cose belle da vedere e da immaginare e capire, ma non so quanto comode da indossare. Se qualche designer mi vuol far provare qualcosa, mi faccia sapere.

Ma non ci sono solo matti esperimenti, l'altra parola d'ordine è personalizzazione.

Grandi brand sportivi come Nike, Adidas e New Balance stanno sperimentando la stampa 3D per alcune parti di scarpe da corsa , ad esempio suole o intersuole (la parte che serve ad ammortizzare i colpi, e pare che sia la parte più importante delle scarpe da corsa), personalizzandole sul piede di chi corre.

In occasione delle Olimpiadi di Rio, Nike ha anche progettato per la velocista Allyson Felix un paio di scarpe da corsa su misura. Ci sono voluti quasi 70 modelli per trovare la forma perfetta, tomaia nera e suola cromata, alla faccia di Cenerentola.

Jess Haughton, studentessa di moda, ha ideato invece una linea di lingerie di silicone, tagliato su misura e con la possibilità di ricami, il cui nobile scopo è quello di eliminare la VPL, cioè la Linea Visibile delle Mutande (esiste un acronimo apposta, sì). E siamo solo all'inizio.


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di Antonia Caruso

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Abbronzati, protetti e idratati con SU

I nostri fondamentali beauty tips estivi sono:

- proteggersi sempre dal sole
- idratarsi
- sorridere moltissimo <.3

Metti nella sacca da spiaggia anche i prodotti SU di Davines.

(InIn questoPer PerSU è una gamma di prodotti concepita appositamente per l'estate. Puoi scegliere tra shampoo idratante per capelli inariditi dal sole, trattamento anti-age per capelli e pelli sfruttate dalla salsedine, hair milk per idratare i capelli durante e dopo l'esposizione al sole, crema maximizer per preparare la pelle ai lunghi bagni di sole e gel aftersun restitutivo e idratante.

Vieni a scoprire da RiccioCapriccio la linea SU di Davines e goditi appieno l'estate!

Sex & The City. Il surplus del kitch e del tamarro

Sì sì siam sempre là, la fine degli anni '90 ci han regalato tante ma tante gioie e blablabla.

Oltre a Friends, oltre a DC (nope, non Democrazia Cristiana, Dawson's Creek), oltre a Buffy, c'è stata una serie tv che è diventata la bibbia delle ragazze che scrivono “ihihihi” quando ridono (per voi, nessuna pietà), di quelle che condividono le frasi stupide su Facebook e che hanno magliette con mantra tipo “Meglio morta sui tacchi che viva in ballerine” (che comunque oh, è vero).

Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha vivevano a New York, amavano uomini per lo più erratissimi, si ubriacavano, si volevano molto bene e, soprattutto, si vestivano COLORATISSIME.

Ispirato al libro che ha ispirato la serie, c'era l'impatto visivo che aiutava un sacco la narrazione. I vestiti erano infatti una sorta di personaggio secondario molto ma molto invadente, esattamente come New York.

I vestiti erano parte talmente fondamentale della serie che intere puntate si basavano sulla scelta delle scarpe giuste, su feticisti dei piedi, sull'outfit perfetto per l'appuntamento, su sandali che si sporcavano di LIQUIDO AMNIOTICO quando l'amica stava per partorire (?) e vere e proprie storie d'amore con borse e vestitini. Cose incredibili ma che han spianato la strada per serie tv come Gossip Girl in cui la costumista prendeva davvero ma davvero tanti soldi.

Perché tra tutto quello che Carrie e le amichette sue ci hanno insegnato, è che un paio di scarpe DAVVERO ti possono svoltare la vita. E lo so, è una frase da Cessa, ma questo ci ha lasciato in eredità la serialità di quegli anni, che tocca fare?

E il filone “ODDIO I VESTITI SONO IMPORTANTISSIMI PER I FILM LE SERIE TV LA VITA” è andato avanti, confermandosi, quando nel film di Sex & the City l'abito da sposa di Carrie l'ha disegnato Vivienne Westwood. Do you know Vivienne?


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