The OA. Ovvero, Senti stai esagerando

Netflix ormai c'ha preso gusto a produrre serie e stavolta, evidentemente fiducioso nelle nuove generazioni minchia troppo indie, pare abbia detto a due trentenni: “Oh scriveteci una roba, ecco un assegno, andatevi a comprare una cosina carina e tornate con otto episodi ciao”.

E così Brit Marling e Zal Batmanglij (!) hanno partorito The OA. Bello. Interessante, sicuramente innovativo. Peccato che per le prime due puntate stai lì a dire “ODDIO E' BELLISSIMO”, poi in automatico con Netflix parte l'episodio successivo e sì beh bello anche questo oh vediamo dove va a parare. Poi arrivi alla 1x06. Ecco, lì inizi a capire che qualcuno, così senza dirtelo apertamente, ti sta trollando. Volevano fare tanto i misteriosi e poi, ti sei girato un attimo e hanno mandato tutto in vacca con cose ridicole ma vi prego aiutatemi a dire RIDICOLE. La cosa tragica è che se levi le cose ridicole rimangono un sacco ma un sacco di cose positive. Tipo l'idea di fondo (quale? CHISSA'), quel bono di Lucius Malfoy che senza chioma bionda è ancora più affascinante, la protagonista (che, attenzione, è pure la sceneggiatrice a cui hanno dato l'assegno) e la sua felpa con lupo che è già storia.

I suoi genitori di cui io mi sono perdutamente innamorata,  il compagno di scuola transgender asiatico bellissimo, la fotografia azzurrina, la recitazione della maggior parte del cast. Cioè, di cose belle ce ne sono. Poi però ecco SPOILER ALERT succede che quelli fanno le coreografie di Steve LaChance per far resuscitare i morti. E ALLORA NO, Brit e Batman. STIAMO ESAGERANDO.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

 

 

 

 

 

 

A Natale regala un porno.

Negli ultimi tempi il discorso sulla pornografia è entrato fragorosamente nella cultura mainstream: da passione infame e segreta, da nascondere e vivere nel buio della propria cameretta (e di cui vergognarsi) è diventato argomento di interesse collettivo, in uno strano posizionamento che sta tra il richiamo modaiolo e la questione di salute pubblica. La mia opinione a riguardo la posso esplicitare in poche parole: il porno fa bene. Guardare porno fa bene perché la masturbazione (pratica di autoerotismo che la pornografia ha lo scopo di stimolare) è un atto salutare, che rilassa, attiva endorfine, aiuta a dormire o a stare sveglie a seconda dei casi. E il porno fatto bene non è solo utile alla soddisfazione di un bisogno momentaneo: è un incentivo a desiderare altro e oltre, a sperimentare forme di piacere diverse, a scoprire nuove tipologie di godimento possibile.

Eppure l'industria del porno è una delle più controverse del mondo in cui viviamo.

Sappiamo dalla testimonianza diretta di alcune ex performer che sui set spesso lo sfruttamento e la violazione dei diritti delle categorie più deboli sono la regola (cosa che non manca mai di sottolineare chi il porno lo rifiuta per principio e lo vorrebbe censurare, dimenticando che in molti luoghi di lavoro gli oltraggi alla dignitá delle persone sono all'ordine del giorno – anche se si lavora coi vestiti addosso). Piú complicato è riuscire a capire il meccanismo attraverso il quale si mantiene un mercato che ormai vende pochissimo, essendo completamente soverchiato dall'offerta delle piattaforme online di porno gratuito – ma questo non è il nostro proposito, per il momento.

Lo scopo di questo articolo è di suggerire a chi della pornografia fa un uso allegro e consapevole alcune imprese che cercano di muoversi in maniera etica in un mare di squali e che invece di riprodurre un immaginario sessista e monotono si impegnano ad arricchire le nostre fantasie.

Questi studios hanno bisogno di essere sostenuti economicamente per continuare a migliorare il panorama del porno attuale e visto che siamo in un periodo dell'anno in cui si fanno regali, perché non regalare la possibilità di qualche orgasmo alle persone a cui vogliamo bene?

In cima alla mia wishlist ideale metterei Crash Pad, una serie di porno queer in cui potrete trovare una meravigliosa varietá di corpi e pratiche, che dai margini dell'industria del sesso hanno conquistato il centro della scena.

Il secondo posto se lo aggiudica Four Chambers, un esperimento produttivo per certi versi piú tradizionale ma dall'estetica avvincente. Se vi conquista la bellezza delle forme avrete di che gioire.

Al terzo posto una storica factory australiana di donne: sono online da 15 anni le ragazze di Girls Out West, rappresentando donne vere con corpi veri e desideri sfrenati.

In tutti i siti web che ho segnalato è possibile accedere a delle preview del materiale: potrete scegliere quello che più vi eccita. Ma ricordate: il nostro immaginario sessuale si nutre di ciò che ha a disposizione. Sta a noi decidere di cosa lo vogliamo alimentare.


FRONTE DEL PORNO

di Slavina Perez

Pornografa femminista e (quasi di conseguenza) educatrice sessuale, Slavina vive tra l'Italia e la Spagna promuovendo attraverso spettacoli e laboratori una svergognata consapevolezza sui temi del corpo, del genere e del sesso. Su facebook con la pagina Intimidades Compartidas.

 

 

Libri da regalare ai tuoi amici sportivi

Un libro è un ottimo regalo di Natale last minute, anche per gli sportivi o per i loro amici e familiari, per i “senza sport” che non comprendono come tu faccia a sacrificare le ore pigre della tua vita - la domenica mattina, la sera dopo il lavoro - per uscire a praticare corsa, nuoto, bici, arrampicata. Te ne consiglio sei.


Emiliano Poddi - Le vittorie imperfette (Feltrinelli)

Basket e scacchi. Stati Uniti e Unione Sovietica. Losanna e Londra, Monaco e Brindisi. La trama si muove attorno a questi assi ma il centro sono tre secondi decisivi: quelli della finale della partita di basket alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Una finale vinta dall’Urss 51 a 50, negli ultimi tre secondi appunto, che furono ripetuti e giocati per tre volte per una decisione di William Jones, l’allora presidente della Federazione Internazionale del Basket (FIBA). Saša Belov e Kevin Joyce, con il peso di essere diventati dei simboli di quel match, sono i protagonisti del romanzo. Ma la voce narrante è quella di Emiliano, che racconta la sua storia personale e quella dei suoi genitori come un viaggio tra i segni che portarono a quella epica partita.

“Il fatto è che alcuni sono tagliati per decidere la storia, altri per sorseggiare vodka di qualità scadente su una sdraio. Io e Valentina ce ne staremo a guardare. Dopodiché Kondrasin prese posto all’ombra della statua, le mani intrecciate sulla nuca. Aveva l’aria di uno che, in tutta sicurezza, si preparasse ad assistere a uno spettacolo crudele. Alcuni dei suoi giocatori stavano per commettere un errore che li avrebbe tenuti svegli la notte per il resto dei loro giorni”.

A perdifiato - Mauro Covacich (Einaudi)

Un maratoneta, Dario Rensich viene chiamato dalla Federazione ad allenare una squadra di giovani atlete in Ungheria. Dario vive a Trieste, dove con la moglie sta aspettando “la chiamata” che confermi l’adozione della loro figlia Fiona. Lui, suo malgrado, accetta. E da quel momento si incasinerà la vita, parecchio. Ma porterà anche un gruppo di mezze fondiste a concludere la loro prima maratona. È un libro che finisci in pochi giorni, se stai preparando una gara, ma anche se, come lettore, sei affascinato dai personaggi alla Barney Panofsky: non sai perché, ma ogni piccola decisione è quella che li porta verso il baratro e tu stai sempre dalla loro parte.

“Resistere alla più alta velocità possibile per una strada così lunga è la cosa più bella che una mente umana possa produrre. La mente non è il cervello, è il sistema del corpo che pensa (...). Ecco, il corpo che pensa raggiunge il più alto grado di bellezza nella maratona. Credo che ciò varrebbe anche se sapessimo volare”.


Open - Andre Agassi

Si narra che una giovane lettrice entusiasta, dopo aver chiuso il libro che raccontava la biografia di Agassi, andasse in giro per la città chiedendo a chiunque ma tu, l’hai letto?” e obbligasse il malcapitato di turno a procurarsene una copia. Open racconta la biografia del tennista Andre Agassi e ti consiglio di leggerlo perché fa capire quanto lavoro c’è dietro quello che giornali e televisioni presentano semplicemente come “un campione”, quanta sofferenza, rinunce, solitudine e incomprensioni. Va bene anche se non sai niente di tennis, anche se non sai chi è Agassi. Ti verrà voglia di andare a guardare le sue partite più celebri su Youtube, con il libro in mano. Ah, se non ti ho ancora convinto, devi sapere che l’autore di Open in realtà è J. R. Moehringer, giornalista del New York Times e premio Pulitzer.

“Corro in auto e trovo il mio completo da tennis sul sedile posteriore. Me lo metto e torno da mio padre. Gli porgo la mia divisa da calcio. Lui entra in campo e la getta sul petto dell’allenatore. Guidando verso casa papà dice senza guardarmi: non giocherai mai più a calcio. Lo supplico di concedermi un’altra possibilità. Gli dico che non mi piace stare da solo in quell’enorme campo da tennis. Il tennis è uno sport solitario, gli dico. Non c’è un posto dove nascondersi quando le cose vanno male. Niente panchina, niente bordo campo, nessun angolo neutrale. Ci sei solo tu, nudo”.


Resisto dunque sono e Perseverare è umano  - Pietro Trabucchi

I libri di Trabucchi non li ho ancora letti ma sono in questa lista perché me li ha consigliati il mio allenatore. E Trabucchi è uno psicologo, torniamo a mente e corpo, corpo e mente, quindi Babbo Natale, se ci sei, è qui che devi prendere appunti e metterli in ordine o chiederli al tuo libraio di fiducia, grazie.

"Il mondo dello sport estremizza lo stress. E premia chi lo sa gestire meglio. Di conseguenza, ogni atleta dovrebbe caratterizzarsi per essere, per prima cosa, una persona capace di governare le difficoltà. Qualcuno disposto ad affrontare un problema dietro l’altro, a misurarsi con tutti i tipi di disagio, a reggere a stress estremi. Un individuo, per farla breve, molto resiliente. Non importa a quale disciplina appartenga. Che sia un podista, un nuotatore, un ciclista. Per prima cosa un atleta dovrebbe essere qualcuno costruito per affrontare e reggere le avversità."


A due passi dalla metà - Francesca Sanzo

Francesca Sanzo la conosco online dai tempi del blog Panzallaria. Quando eravamo tutti su internet con i nickname e facevamo il possibile per nascondere le nostre vere identità. Poi è arrivato Facebook e sapete com'è andata a finire. Scopro che Francesca ha continuato a scrivere, non solo sul blog, ma ha pubblicato un libro, 102 chili sull’anima, che racconta il suo percorso per uscire dalla muta dell’obesità e poi, quest’anno, A due passi dalla metà, dove si chiede non solo come mantenere la forma fisica, ma soprattutto una mente in grado di mettere sempre in dubbio le definizioni che diamo di noi stessi e che rischiano di fermare il cambiamento: “non sono portata per lo sport, sono grassa di natura, ci sei riuscita una volta a dimagrire, ora tornerai quella di prima”. Francesca racconta molte cose che sono capitate anche a me, praticamente nello stesso arco temporale: dal 2013 al 2015, un percorso di scoperta di sé che passa anche dall’osservare il proprio corpo e dal prendersene cura. È un libro che devi leggere se pensi che lo sport non sia per te, se nella tua testa c’è una voce che ti racconta come dovresti essere, come sei...e non l’hai mai messa in dubbio.  

"Mi nascondevo dietro al “Non me ne importa” e al “Non sono queste le cose che contano, nella vita”. Mi sforzavo di credere di potere essere tutto quello che volevo malgrado il peso, ma mi sabotavo continuamente e non agivo mai per realizzare quello che volevo, mettendo sempre qualche paletto tra me e i miei progetti. Il peso era la più grande giustificazione a rimanere immobile e – poiché ero governata dalla paura e dalla rabbia – l’immobilità mi sembrava probabilmente la situazione più confortevole cui ambire. [...] Quello che ho imparato correndo lo metto in pratica ogni giorno e quello che mi ha insegnato fare la muta e affrontare il cambiamento è la mappa con cui leggo il territorio."

I Giorni Selvaggi, Una vita sulle onde - William Finnegan

Concludo con un altro messaggio subliminale per chi deve ancora comprarmi un regalo. Ho letto solo l’estratto dei Giorni Selvaggi di Finnegan, ma anche lui è un Pulitzer, il libro comincia alle Hawaii e racconta un’ossessione, quella per “l’arte del surf”: «Le onde sono il tuo campo da gioco» scrive Finnegan «sono l’oggetto dei tuoi desideri e della tua adorazione e più profonda». Sento che c’è affinità.

"Il pomeriggio del nostro arrivo, durante la mia prima febbrile ricognizione delle acque locali, rimasi abbastanza sconcertato dal mare che trovai. Le onde si infrangevano qua e là lungo il margine esterno di una barriera corallina piuttosto muschiosa nei punti in cui affiorava in superficie. Tutto quel corallo mi impensieriva. Aveva la pessima fama di essere pericoloso e tagliente. Poi d’un tratto notai, verso ovest, molto al largo, un minuetto familiare di figurine stilizzate che si alzavano e si abbassavano in controluce sotto il sole pomeridiano. Surfisti! Ripercorsi il sentiero a tutta velocità."        


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su InternazionaleWired ItaliaVita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

 

 

 

Un pretty little matrimonio favola piangere

Troian Bellisario, aka Spencer Hastings di Pretty Little Liars si è sposata.

Però non è che ha preso un ristorantino svantaggiato o affittato una villa come fa laggente normale a cui poi arrivano le buste coi soldi e non sa dove infilarsele like a poraccio qualunque. NO.

Lei e suo marito, Patrick J. Adams (aka Mike Ross di Suits) si sono sposati in un boschetto, sotto una quercia, con accanto la spiaggia in California del Sud. E uno dice “vabbè matrimonio sulla spiaggia oh avanguardia pura capirai”. No. Forse non è chiaro, loro hanno organizzato un fottutissimo campeggio per gli ospiti, hanno tirato su decine di tende con materassi e cose hipster bellissime e hanno accolto tutti gli invitati in mezzo a sto bosco o quel che era con tavolate lunghe e balli e falò e amore infinito. Il tutto per un weekend che ha avuto come hashtag #fortday2016 (fatevi un favore, guardate tutte le foto su instagram e piangete per la commozione e per la bellezza diffusa, grazie) e in cui Troian ha sfoggiato un vestito bianco bellissimo, con un mega velo in cui si incastravano le foglie d'autunno, e una coroncina d'oro che manco Galadriel. E come ci vai in un posto da sogno così? Con la macchina? Col taxi? Seh, lallero, loro avevano un furgoncino stilosissimo e bellissimo su cui sono partiti con i loro amichetti più stretti. Ovviamente alla cerimonia c'erano anche le altre Pretty little liars (Shay Mitchell grande assente) e mezzo cast compresa la producer.

Tutti in lacrime, tutti disperati che hanno fatto video a Troian e Patrick che ballano, splendidi, e a Troian e il padre (per chi non lo sapesse, Donald Bellisario, uno dei producer più ricchi influenti e blabla delle serie tv quando ancora si chiamavano telefilm) che fanno altrettanto.

Post cerimonia Troian si è levata il vestito acchiappa foglie e si è infilata in un vestitino d'oro paillettato BELLISSIMO.

Menzione d'onore va alle statuine 3d sopra la torta, riproduzioni fedelissime degli sposi. La mia preferita è sicuramente quella in cui Patrick tiene i capelli a Spencer mentre vomita.

Commozione, favolosità, ricchezza e tanto, troppo amore.

Bravi raga, vvb.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

 

 

Aggeggi infernali per restare giovani: Pao Facial Fitness.

Cari lettori di questa rubrica, non so voi ma io resto sempre colpita e anche un po’ sconvolta dalle novità del settore beauty provenienti dal Giappone.

Quotidianamente leggo di oggetti mirabolanti atti a ringiovanire, a modificare, a rimpolpare, scolpire il viso che a quanto pare è la loro ossessione (e pure un po’ la nostra).

Capirete quindi la mia perplessità quando mi sono imbattuta nel Pao Facial Fitness, un aggeggio che regala zigomi definiti senza l’uso della chirurgia plastica.

Che cos’è? Il Pao, prodotto dalla Shlab, è molto simile a uno dei tanti attrezzi da fitness che possiamo trovare nelle corsie di Decathlon: un bastone di plastica con una specie di boccaglio, molto simile nella forma a quello delle maschere, e due contrappesi alle estremità laterali.

Come si usa? Eh, come si usa? Vi spatasciate in bocca questo boccaglio e con la disinvoltura che vi contraddistingue, cercando di non sembrare degli invasati, lo lasciate ondeggiare con la forza dei vostri muscoli facciali per un minuto al giorno.

Che risultati si ottengono? Il Pao promette guance definite e zigomi scolpiti e l’aumento della vostra autostima. Perché, diciamocelo, solo una persona con una grande forza d’animo può affrontare una tale sfida.

Quanto costa? Un sacco amici, un sacco, circa 122 euro. Ma volete mettere quanto risparmio? Volete mettere quanto sarà arricchito il vostro costume di Halloween per la prossima stagione? Sono certa che sarete fantastici.

Testimonial di questo attrezzo infernale il nostro carissimo Cristiano Ronaldo, conosciuto ai più non solo per la sua attività di calciatore quanto per la volumetria delle sue sopracciglia ad ala di gabbiano.

Siete ancora in tempo per aggiungerlo alla vostra wishlist natalizia, poi non dite che mi tengo tutto il meglio per me. Intanto vi lascio a godervi il video dimostrativo, dopotutto bisognerà pure trovare un modo per sopravvivere al lunedì.


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti.

Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

 

Ma quindi ti piace fare fatica?

Contenta lei, è il commento di un turista che mi passa accanto mentre sfreccio correndo di fianco al Colosseo una mattina dello scorso novembre, cercando di tornare a casa in tempo per una doccia e una colazione e prima di entrare a lavoro. 

In effetti sì, contenta me. Pratico uno sport che mi mette di buon umore.

"Ma vi ho visti voi runner, al parco, non sorridete mai. Non vendeteci che correre è divertente", commentava qualche mese fa Dietnam su Snapchat.

Be’, dipende. Io sorrido quando incrocio un runner che mi saluta (è buona pratica, fatelo a che voi!), quando un’auto decide di risparmiarmi la vita e mi permette di attraversare sulle strisce, quando sento che sto rispettando il ritmo previsto dall’allenamento o quando vedo il Lungotevere libero e so di potermi godere qualche chilometro in solitudine prima di arrivare a casa e avere a che fare con lo stress della quotidianità. Però è un sorriso che dura pochi secondi.

Se l'allenamento è particolarmente duro, se quel giorno non te la sentivi proprio di uscire ma sei lì, con lo sguardo concentrato sulla linea dell’orizzonte, se è l’ennesima prova che ti imponi per aumentare i chilometri della tua uscita, ma hai ancora il fiato corto e i muscoli dolenti, è vero, non sorridi. Anzi, probabilmente soffri. Provi gli effetti della Fatica.

La percezione della fatica è diversa se hai appena cominciato, se ti prepari alla tua prima gara importante o se trovi nello sport che pratichi la soddisfazione di aver superato i tuoi limiti. Per me, un minuto di plank è una fatica inaccettabile. I plank non mi danno nessuna soddisfazione, non sorrido mai, né durante, né dopo (però fanno bene, e allora soffro, sì, e mi dò da fare).

La fatica che dà il senso alle uscite settimanali incastrate tra mille impegni, quelle che programmiamo nonostante le scuse, è quella di cui parla Federica Pellegrini dopo aver perso la finale 200 stile libero alle Olimpiadi di Rio:

«Non è un dolore di uno che accetta quello che è successo, anzi è un dolore di una che sa cos'ha fatto quest'anno. La determinazione che ci ha messo...il mazzo che si è fatta.. I pianti per i dolori e per la fatica...lo svegliarsi la mattina e dopo 7 ore di sonno sentirsi come se ti avessero appena preso a pugni quanta è ancora la stanchezza»

È quella che si respira dalle parole di Gregorio Paltrinieri, anche lui nuotatore, campione dei 1500m, intervistato su Rivista Undici:

«Pensa che quando gli altri vengono ad allenarsi a Ostia ci domandano “ma come fate a tenere questo regime così alto?”. È il Moro, lui non dà pause, ogni allenamento è volto a cercare di ottenere il massimo. E poi ci sfondiamo in palestra. Ci sono giorni che dopo l’allenamento del mattino impiego cinque minuti ad uscire dalla vasca, non ho neppure la forza di arrivare in camera. Vorrei solo sdraiarmi e dormire. Solo che alle 18 siamo da capo. Si ricomincia».

È fatica, ma è anche pura bellezza. Io la farei studiare a scuola, la fatica.


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su Internazionale, Wired Italia, Vita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

 

 

 

Black Mirror, i colori pastello!

Nelle scorse due stagioni Black Mirror ci ha abituato ad atmosfere delicatissime, un sacco dark e soprattutto angosciose. Ora la serie del dottor Charlie Brooker è stata comprata dall'irreprensibile Netflix che ha prodotto, intanto, 6 episodi.

Nel primo di questa stagione, l'abusatissimo tema dell' “oddio la vita online è bugia fa schifo è tutto di facciata laggente fa le cose per i like gomblottoohhh” prende una forma tutta nuova.

Bryce Dallas Howard, la roscissima e bellissima figlia di Ron è la protagonista della storia ambientata in un mondo ORRIBILE dove le persone possono e devono votarsi a vicenda in termini di simpatia e, manco a dirlo, favolosità. Più stelline hai, più probabilità hai di farcela nella vita. Hai due stelle? Meh, il mutuo non te lo danno. Ne hai una sola? NESSUNO ti vorrà parlare. Con 5 raggiungi l'olimpo degli dei e, in pratica, tutti ti invidiano e ti amano a caso.

In questo mondo un po' particolare e un po' portato all'eccesso, tutto è color pastello. Rosina. Celestino. Giallino. Le gonne sono a ruota, i capelli perfetti, i vestitini anni '50, le valigie quelle di mia nonna. Un po' tipo Pleasantville ma senza il bianco e nero. SOLO PASTELLO PER SEMPRE.

Al di là della storia, la prima puntata è una delicatezza per gli occhi, il direttore della fotografia sta evidentemente ancora ridendo e tutto è perfettamente ovattato per creare un grande, enorme, senso di disagio.

Ovviamònt le altre puntate, essendo una serie antologica come le prime due stagioni, saranno una roba completamente diversa. Ciao gente che da i voti, ciao senza rosina e ciao Bryce. A me già mancano tutti.

 


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

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Dieci regali natalizi per beauty addicted

Natale è il momento giusto per smaltire almeno una parte della wishlist composta appositamente dalla beauty addicted: un mare di link, di foto, di desideri che restano lì perché non siamo ancora milionarie (ma lo diventeremo) o perché nessuno capisce che non abbiamo bisogno di un altro aspirabriciole elettrico ma di rossetti, rossetti, rossetti!

Scrivo questo post come guida per i vostri parenti, amici, zii d’America, passanti: se quello che ho scelto rientra nei vostri gusti, sentitevi libere di condividerlo con tutti loro.

1) Carolina Herrera, Good Girl

Una fragranza che sa di mandorla e caffè, di gelsomino, di fava tonka racchiuso in un packaging che rappresenta uno stiletto killer altamente instagrammabile. Chi non lo vorrebbe?

2) Sephora, Calendario dell’Avvento

Aprire una casellina ogni giorno e trovarci un cosmetico da provare: una specie di sogno che diventa realtà. Cara Sephora, fanne uno per tutti i mesi e ti saremo grate per sempre.

3) Dior, The art of beauty

Un mega librone fotografico suddiviso per colori che racconta il percorso della maison tracciato lungo la via della bellezza assoluta. Perfetto per vantarsi con le amiche urlando: Questo ce l’ho, questo mi manca.

4) Lelo, Mia2

Un rossetto speciale.

5) My beauty box

Un abbonamento per 5 sorprese cosmetiche al mese: arriva a casa, si spacchetta e ci rende felici.

6) Real Tecninques, Set di pennelli

Mi state dicendo che avete abbastanza pennelli per il trucco? Non vi crederò mai. Questi si puliscono con facilità, asciugano altrettanto velocemente e sono belli belli in modo assurdo.

7) Foreo, Luna

Un dispositivo per la pulizia profonda della pelle incredibilmente delicato che aiuta a combattere i punti neri e rende il viso splendente. L’ho detto mille volte: prendersi cura del proprio viso è un investimento duraturo.

8) Muji, Maschere in tessuto coreane

Le nostre amiche coreane ne sanno a pacchi: usano questo tipo di maschere tutti i giorni.  Questo è un kit utilissimo da portare in viaggio o da utilizzare se avete problemi di allergie: il tessuto è compresso e potete imbibirlo di tutto ciò che vi piace. E costa poco ;)

9) Kiehls, Set skincare

Con queste creme potete andare sul sicuro: nei set trovate tutto ciò che vi serve per la vostra skincare routine quotidiana e potete scegliere quella che più vi si addice.

10) Mac, Sessione di trucco personalizzata

Quanto è fantastico avere qualcuno che non solo ti trucca ma ti spiega anche quali sono i passaggi da rifare a casa per valorizzarti al massimo? Funziona per appuntamento e il costo di ogni servizio è convertibile in prodotti dello stesso valore.

 

Ok, ce l’ho fatta. Adesso vado a inviare mail credibili a tutti i parenti.


SHUT UP AND TAKE MY MAKE UP! COME ESSERE SE STESSE MA MEGLIO

di Tamara Viola

Una donna dalla chioma sobria. Socializza molto, online e offline. Puoi leggere i suoi deliri su Citazionisti Avanguardisti.

Nel tempo libero si imbelletta, legge e fa parlare i biscotti.

Il Club delle Impedite Christmas Edition

Ieri sera, come ogni ultimo giovedì del mese, è tornato il Club delle Impedite! Sorrette dalla maestria di Claudia D’Angelo ci siamo dedicate alle acconciature perfette per le feste natalizie. Abbiamo creato tutte insieme, a colpi di forcine e texturizzante, due stilosissime pettinature: uno chignon incrociato e un classico con brio, la banana con ciuffo vaporoso da pin up.

La nostra mitica presentatrice ci ha trascinate in un turbine di ricordi riguardo Capodanni in Abruzzo senza riscaldamento, festeggiamenti radical chic in solitudine ma tutti con un unico obiettivo: quello di restare indenni e riprendere l’anno come se niente fosse accaduto.

Madrine d’eccezione della serata le ragazze di Blanca Shoes che disegnano scarpe meravigliose e di grande qualità. Seguite la loro pagina facebook e andate a trovarle: ne sarete conquistate!

Vincitrice della serata la nostra inossidabile Patricia, che nonostante le evidenti difficoltà, non ha perso la fede in sé stessa e ci ha creduto fino all’ultimo, portandosi a casa la corona di Reginetta delle Impedite.

Non finisce qui: il prossimo appuntamento del Club più strepitoso della capitale è per il 26 gennaio; parleremo di ricci!

Grazie a tutte per essere intervenute, siete sempre favolose :)

 

Secret Santa: share the love!

Quest’anno noi di RiccioCapriccio abbiamo deciso di segnalarvi tutte le iniziative legate al Natale che più ci piacciono.

Apre le danze il Secret Santa, un progetto ideato dalla blogger Cinzia Ferri, mamma di A casa di Cindy, un blog che parla di musica, libri, viaggi e sogni, che siamo certi vorrete inserire nel vostro feed di letture.

 

Cos’è il Secret Santa? ll Secret Santa nasce da una tradizione che avevamo nel mio collegio universitario: ogni anno, qualche settimana prima di Natale, ciascuna di noi sorteggiava il nome di una persona a cui avrebbe dovuto fare una serie di regalini, fino ad arrivare alla festa di Natale con la rivelazione finale del proprio Secret Santa.

Era una tradizione bellissima, soprattutto perché permetteva di stringere rapporti con persone con le quali si avevano meno contatti.”

Noi la troviamo un’iniziativa bellissima e poetica, pensate che bello ricevere un regalo da una persona che non si conosce e magari scoprire di avere mille cose in comune!

 

Come si partecipa? Ecco le regole:

  1. inviate la vostra adesione mandando una mail all’indirizzo acasadicindy@gmail.com con oggetto Secret Santa 2016. Avete tempo fino a lunedì 28 novembre. Scrivete il vostro nome e l’indirizzo a cui volete ricevere il vostro regalino.
  2. Indicate a Cinzia il vostro film di Natale preferito: ne farà una bella lista da condividere con tutti voi.
  3. Il 1 dicembre vi verrà inviata una mail con il nome e l’indirizzo della persona a cui inviare il regalo: dev’essere qualcosa di semplice, magari fatto a mano, un libro, degli orecchini; qualcosa di piccolo e poco impegnativo.
  4. Quando avrete ricevuto il regalo scattategli una foto e inviatela a Cinzia: sarà pubblicata sulla sua pagina facebook.

 

Allora, siete pronti? :)

 

[L’illustrazione del Secret Santa è stata realizzata da Patrick de Il lato fresco del cuscino]

 

RiccioCapriccio sostiene Non Una Di Meno.

RiccioCapriccio è dalla parte delle donne sempre e sostiene il percorso NON UNA DI MENO.

Da oggi fino al 26 novembre, giornata della manifestazione nazionale che si terrà in Piazza della Repubblica a Roma, potrai acquistare i nostri magneti per 1.50 euro. Devolveremo parte dell'incasso al Centro Antiviolenza Centrodonna L.I.S.A.

Hai anche la possibilità di fare una libera donazione direttamente all'associazione.

Noi ti aspettiamo!

 

Domenico Starnone, Scherzetto

Prendete un burbero e anziano illustratore, incidentalmente nonno; aggiungete una coppia in crisi che ha messo al mondo un pestifero e brillantissimo quattrenne, sistemateli nella cornice della città di Napoli e lasciateli vivere in una casa piena di fantasmi, agitate e otterrete “Scherzetto”, il nuovo romanzo di Domenico Starnone, edito da Einaudi.

Illustrato da Dario Maglionico, è una partita aperta fra rimpianto e giovinezza, un gioco perfido e divertente, così come è la vita.

"Dietro la vita costumata di ogni giorno - sospirai pieno di scontento - c'è uno spiritello senza educazione che fingiamo di non vedere, un'energia che ci anima la carne debellando a scadenze fisse ogni compostezza, anche nei più composti. [...] L’ambizione spropositata se ne sta sottotono, si vergogna di sé. Ma in segreto le gerarchie fissate dal mondo le sembrano inattendibili, vuole così tanto che non sa assoggettarsi a nessun modello, a nessuna affinità, e anzi persino ciò che ammira lo ammira solo per superarlo. Sì, sì, il fallimento è un corredo essenziale delle vere grandi ambizioni. Si fallisce in funzione della grandezza, non delle piccole mete.”

Domenico Starnone, Scherzetto, Einaudi, pp. 176

Westworld, gente bella e un continuo WTF

Da qualche settimana sulla HBO e sul buon Sky va in onda Westworld, una serie difficile e complicata che ti lascia ad ogni fine puntata con un sincero “ma in chessenso?”.

La trama è più o meno questa: nell’anno duemilamille la gente ricca ha bisogno di un sacco d’emozioni forti perché “uh che noia la vita” e ad aiutarli ci pensa un parco divertimenti a tema western dove i visitatori vanno, fanno e disfanno quello che vogliono perché tanto sticazzi, il parco è abitato da androidi sintetici inconsapevoli. Sono perfettamente uguali agli umani ma in realtà sono bugie ambulanti, robot programmati per sollazzare i ricchi che vogliono vedere quanto faceva ridere la vita dell’epoca. Spoiler: non faceva ridere.

Mentre la gente si ammazza, i bordelli sono pieni di signorine di malaffare vestite benissimo con corsetti e reggicalze e cappelli e guanti (Thandie Newton bona come non mai, tra l’altro) , alcuni degli androidi iniziano a capire che “Mh, sarà che ci stanno perculando e stiamo vivendo una vita alla Giorno della Marmotta?”. Già. La rivoluzione è vicina ed è chiaro dalla puntata due. Evan Rachel Wood parla con un accento del Sud America, ha lo stesso vestito celeste ogni giorno, la stessa acconciatura coi boccoli ai lati della fronte e la stessa scucchia terrificante. Ogni giorno arriva James Marsden col suo cappello e la sua bonaggine, e nel frattempo dal quartier generale del parco Anthony Hopkins fa la sua porca figura col gilet e l’orologio nel taschino mentre tutti sono vestiti just like us. Ed Harris, in tutto ciò è un po’ invecchiato e se la scoatta vestito perfettamente con un cravattino foulard improbabile. Insomma, un trip incredibile che come ogni cosa in cui figura JJ Abrams come produttore esecutivo andrà in vacca in 15 secondi.

C’è di buono che la serie si basa su un film scritto e diretto da Crichton quindi forse c’è poco margine di insensatezza, ma chissà. Se volete sentirvi idioti per i 69’ di pilot e presumibilmente anche per i successivi, Westworld è tutto vostro.

 


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

Una borsa di scuse

Il caldo. Il freddo. La pioggia. Il costo. Il fatto che sia gratis. Il sonno. Il tempo. Perché c’è l’aria condizionata. Perché non c’è l’aria condizionata. Vado stasera. Vado domani. È buio. C’è il sole. Sono da sola. C’è troppa gente. Mi stanco. Mi annoio.

“Ma come fai ad avere così costanza con l’attività fisica?” Esco tre volte a settimana, corro, soprattutto. Come faccio? Prima di tutto ho un obiettivo: prima era dimagrire, ora è essere più veloce e resistente per correre la mia prima maratona. Poi, ho imparato a riconoscere le scuse che il cervello mi mette davanti praticamente a ogni allenamento - anche gli sportivi più motivati, se sono sinceri, vi diranno che uscire alle 6 del mattino o la sera dopo una giornata di lavoro non diventa “facile”. Solo, si riesce a riconoscere il benessere che si prova e lo si mette davanti al resto. Con fatica, non neghiamolo. Quello che vi propongo oggi è una specie di gioco: il fact checking delle scuse che vi impediscono di fare sport. Valgono per la corsa, che è lì portata di mano, ma anche per la palestra o per la piscina.

Sta arrivando l’inverno, la prima cosa che verrà in mente è che dovete smettere di uscire a correre perché “fa freddo”. Allora. Parliamone ragazze. L’inverno a Roma non è inverno. Vengo da Torino, ho vissuto in Norvegia, se la temperatura non scende sotto zero siamo tranquille. E anche in quel caso si può uscire con precauzioni. Il freddo è una barriera facilmente superabile con una cosa che noi amiamo: un po’ di sano shopping in un negozio sportivo. Una tutina dai colori flashanti, giacca antivento e via. Non vestitevi troppo però: il corpo in attività fisica percepisce almeno 10 gradi in più di quelli indicati dal termometro. Di solito sopra i 10 gradi uso ancora le maniche corte, ma, in caso copro bene le orecchie con una fascia.

“Non ho tempo”. È impossibile. Ce l’hai. Devi solo trovarlo. Mezz’ora la mattina prima di andare a lavoro? Mezzora in pausa pranzo? Il sabato? La domenica? Quando torni a casa? 30 minuti. All’inizio conceditene solo 30. Cronometra quanto tempo stai su Facebook quando torni dall’università o da lavoro e poi dimmi se non puoi usare gli stessi minuti per una corsa.

Se invece pensi di poterti ricavare almeno un’ora, possiamo anche considerare la palestra o la piscina: per me questi due luoghi erano dei mangiatempo incredibili, nella mia mente andare in piscina occupava almeno 3 ore della giornata. “Oddio la pisciiina, devo avere mezza giornata libera”. Falso. Prepari la borsa la sera prima, trovi una piscina vicino a casa o vicino al lavoro e unisci il percorso per andarci a quelli di andata/ritorno dall’ufficio. 40 minuti di vasche, più 20 di doccia/capelli (i miei non si asciugano mai, se siete fortunate ci mettete anche di meno).

Ora tocca a te. Cosa ti impedisce di fare lo sport che preferisci? Se vuoi, scrivilo tra i commenti e factcheckiamolo insieme.

PS: Questa nella foto è Valeria Straneo, maratoneta olimpica italiana (corre i 42 chilometri in 2h23'44", meno di quanto ci metterebbe un autobus Atac). Anche Valeria odia il freddo, il vento e la pioggia. Anche lei vorrebbe starsene sotto le coperte al mattino. Non credeteci quando vi dicono che è "facile". Ma credeteci quando vi dicono che è bello.

 

 


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su Internazionale, Wired Italia, Vita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

 

The young Pope: Jude Law, il papa bono.

Nel mondo accadono cose incredibili. Tipo che Sorrentino piace e riesce a vendere cose agli americani. Al principio fu La Grande Bellezza e adesso con un colpo di tacco è arrivato Il Papa giovane e bono interpretato da Jude Law.

Sky, Canal+ e HBO sono la combo micidiale che ha prodotto la miniserie del buon Paolo con un cast rispettabilissimo. Oltre al culo di Jude Law, presente in una delle prime scene e che un po’ ti ripaga di tutte le aspettative, ci sono un magistrale Silvio Orlando che mi parla pure un inglese decente, Stefano Accorsi nei panni di un gggiovane Presidente del Consiglio (Renzi anyone?) e Diane Keaton. Sorrentino è riuscito a convincere DIANE KEATON. Maybe lei aveva bisogno di soldi, Maybe Olga ha tradotto male quello che diceva il regista, ma Diane c’è ed è una suora che ha cresciuto Jude Law e che così a occhio pare cattivissima.

Inutile dire che il costumista della serie è bravone. I vestiti del Papa sono BELLISSIMI e tutta la prima puntata è un sobrio tripudio di rosso, bianco e oro ed i cappelli di Jude Law sono già storia, quasi quanto il bipolarismo del Santo Padre che interpreta. Dicono tutti che Sorrentino o lo ami o lo odi e insomma pure qua l’effetto “o sei con me o sei contro di me” è abbastanza forte. Stai i primi minuti a farti le menate su cosa rispondere quando ti chiederanno cosa ne pensi, poi Jude fuma una sigaretta e di queste sottigliezze tipo “AH CHE FOTOGRAFIA RAGAZZI CHE FOTOGRAFIA!” te ne sbatti altamente perché ti ricordi che lui era Alfie e giocava a biliardo in camicia blu mentre fumava. E ad Alfie tu DEVI voler bene. Anche a Silvio Orlando, che gli devi fare se non abbracciarlo stretto stretto ricordandoti di quando interpretava il Professore ne La Scuola?

E le prime decine di minuti passano così mentre ti aspetti un fenicottero o una giraffa che spuntino in Piazza San Pietro, ma al loro posto purtroppo c’è solo un grande green screen improbabile che fa da sfondo a un Papa che fa il suo primo discorso sensato nella storia della Chiesa.

La seconda stagione, ovviamente, è già stata riconfermata. Perché Sorrentino può, noi un po’ meno.

 


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

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29 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.

 

La prima volta

Sono le 7:45 di un martedì mattina e mi chiedo come sia possibile che solo un'ora fa io stessi dormendo beata sotto le coperte. Ora invece vado avanti e indietro per una corsia di venticinque metri piena d’acqua e cloro. Solo un anno fa mi sembrava inimmaginabile, nonché contrario alla convenzione dei diritti umani di Ginevra, poter fare attività fisica prima di mezzogiorno. Invece eccomi qui, nel cuore della notte, per citare zia Mame, a sgambettare su e giù in stile libero sperando di coprire almeno una distanza di 1500 metri in 50 minuti senza svenire davanti all’ottantatrenne che condivide con me la corsia. Sei autonoma sui 2 km?, mi ha chiesto il coach prima di darmi la tabella di allenamento. “Cosa vuol dire?”, ho pensato, anzi, forse gliel’ho anche detto. Prima di avere un allenatore non avevo mai misurato la distanza percorsa in piscina: venti vasche mi sembravano già abbastanza per concedermi una melanzana alla parmigiana serale. Devo dire la verità: il mio sport non è il nuoto, è la corsa, ma sono momentaneamente in pausa per un infortunio e, per il bene mio e di chi mi circonda, ho dovuto cercare un'attività sostitutiva per evitare crisi isteriche da astinenza di endorfine.

Tutto lo sport è quella cosa che ti riempie la vita di prime volte: "Toh, chi l'avrebbe mai detto!", è una frase che ripeto spesso da quando ho cominciato a correre, tre anni fa. Settembre 2013, era appena arrivato Spotify su mobile in Italia e le temperature esterne permettevano di uscire senza sentire troppo freddo per rientrare subito o troppo caldo per svenire per strada. La prima volta che ho corso 38 minuti di seguito ho incrociato mia madre per strada e sono andata a dirglielo. Poi ho cominciato a guardare a quanti chilometri corrispondessero quei minuti di fatica ininterrotta. E la prima volta che ho corso per 8 chilometri ho baciato l’asfalto. Giuro. Era successo dopo tre mesi, dicembre, tre mesi di uscite e miglioramenti. E di "toh guarda, non muoio se non mi fermo quando ho il fiatone".

La prima volta che raggiungi dei traguardi nuovi con lo sport ti senti una semidivinità: otto vasche senza fermarmi! Quattro chilometri senza rallentare! Tre plank da un minuto senza perdere l’uso delle braccia! E torni a casa con quello sguardo stralunato e pazzo che solo gli attori di serie tv Dexter e How to get away with murder saprebbero interpretare. Gli altri - i senzasport - ti guardano come un marziano o qualcuno da cui stare molto molto lontano. Tu continui a provarci e tornare a casa felice, con tutte le tue prime volte.

 


SHOOT THE RUNNER

di Donata Columbro

Giornalista e consulente digitale con una missione: aiutare le storie a incontrare i lettori. Scrive di Africa e attivismo digitale su Internazionale, Wired Italia, Vita.it. Corre per godersi Roma quando non c'è nessuno per strada e lo racconta spesso su Snapchat (@dontyna).

 

L'oroscopo beauty: scopri il rossetto adatto al tuo segno zodiacale!

Io amo i rossetti. I rossetti sono l’apostrofo rosso e matt fra le parole Non ho voglia di mettermi l’ombretto e Il fondotinta mi ha stufato. Bastano da soli a ravvivare il viso e si possono ritoccare ovunque. Oggi, solo per le Riccio Lovers, io e Diana Nuzzo vi suggeriamo il lipstick perfetto per ogni segno.

Di Diana sappiamo che è un’ingegnere ma che non si nota troppo. Quando le chiedono come riesce a conciliare la logica degli studi con i segni zodiacali risponde: Facile, io sono dei Gemelli! Di me sapete già tutto e sì, sono del Toro.

Buona lettura!

ARIETE Ama essere la prima in tutto, è l’esploratrice che va dove gli altri ancora non sono andati. Onesta e diretta fino al punto di essere brusca, è coraggiosa e intraprendente, ma raramente riflette prima di agire. Il suo rossetto ideale è rosso, a lunga durata e che non lascia tracce: il liquid lipstick in Strawberry di Anastasia Beverly Hills.

TORO Calma, riflessiva, ama i ritmi naturali, la lentezza e contaminare le cose il meno possibile. Ama il lusso, l’arte e il bello, anche fine a sé stesso. Ha grande pazienza e bisogno di fare le cose con i suoi tempi. Il suo rossetto ideale ha un packaging lussuoso: perfetto il Rouge G de Guerlain nel colore Garconne.

GEMELLI Divertente, mutevole, ama parlare, scrivere, intrattenere con leggerezza. Inizia dieci libri e non ne finisce nessuno. Fa lo stesso con trucchi e vestiti. Si annoia facilmente e vuole sperimentare novità. Il suo rossetto ideale è un lipgloss, colorato e sfaccettato che può miscelare o cambiare con semplicità: il Nars Lipgloss in Easy lover è perfetto.

CANCRO Timida, introversa ed emotiva, ama ciò che casalingo, familiare. L’umore è mutevole e spesso lunatico, tendente a fare sogni o a comunque a crederci molto. Sa accudire e fare sentire “a casa” quelli della sua cerchia di affetti. Il Rouge Dior Baume in Spring dona brillantezza e colore ma al tempo stesso nutre le labbra per attirare l’attenzione con discrezione.

LEONE La regina dello zodiaco e che nessuno provi a dire il contrario. Solare, ambiziosa, sa lavorare sodo per ottenere ciò che vuole. Ama sentirsi la migliore e fare ingressi trionfali adornata di abiti vistosi e gioielli. Il suo rossetto ideale è il prezioso Rouge Volupté di YSL in Rouge Muse: colore caldo e brillante e astuccio da vera diva.

VERGINE Caparbia, persistente, sofisticata, di carattere riservato e capace di conversazioni di alto livello. Ama essere precisa e avere il controllo della situazione. Salutista ed amante dell’ecologia, preferisce prodotti naturali e semplici. Il suo rossetto ideale è un classico intramontabile, il Russian Red di MAC: tenuta estrema, versione matt, è una garanzia.

BILANCIA A suo agio nel lusso è dotata di eleganza ed è estremamente attenta alla forma e ai convenevoli. Dotata di gusto estetico, ama l’armonia, odia litigi e contrasti e soprattutto odia fare brutta figura in pubblico. Un’unica parola, Rouge Allure di Chanel: effetto seconda pelle, elegantissimo in Seduisante, fondente.

SCORPIONE Passionale e incapace di mezze misure, dotata di grande astuzia e ambizione per raggiungere i propri obiettivi. Imperscrutabile e misteriosa agli occhi altrui, sa captare e intuire le mosse degli altri in anticipo. Nero, borchiato, a effetto tatuaggio: lo Studded Lipstick di Kat Von D in Bachelorette vestirà le sue labbra nel modo giusto.

SAGITTARIO Ottimista, entusiasta e iperattiva, parla spesso prima di ragionare, ma lo fa con grande onestà. Ha uno spirito avventuroso, ama stare in compagnia, conoscere altre culture, altri paesi e viaggiare. Il Passion Duo gloss Fusion di Dolce e Gabbana in Incognito  è il suo: contiene un’anima morbida che arricchisce il colore e rende le labbra come un frutto polposo, esotico.

CAPRICORNO Tenace, perseverante, sempre piena di risorse personali e materiali. Agisce da sola e non accetta di avere superiori a sé o capi. Vive nel qui e ora, ama la solidità e le cose che possono durare nel tempo. Il Pure Color Envy di Estee Lauder in Insolent Plum ha una texture ricca, un colore potente che regala suggestioni e ha una tenuta perfetta da mattina a sera.

ACQUARIO Brillante, originale, anticonformista e un po’ hippie. Proiettata verso il futuro e sempre in anticipo sui tempi fino al punto di non essere spesso capita. Idealista fino all’estremo, senza compromessi. Per lei un rossetto pieno di fiori: i Kailijumei cambiano colore a seconda della temperatura delle labbra e sono un piccolo gioiellino pratico da usare e portare sempre in borsetta.

PESCI La più sognatrice di tutti, introversa, romantica, la sirena dello zodiaco guidata quasi esclusivamente dalle sue emozioni. Altruista, creativa e dotata di grandi doti artistiche, ama allontanarsi dalla realtà e creare un mondo immaginario tutto suo. Labbra metalliche e seducenti: il Velvetines Liquid Lipstick metallic di Lime Crime in Posh è il colore perfetto per giocare alla regina della galassia.

Leggere ti fa bella: donaci un libro con Davines!

I libri da sempre sono parte integrante di RiccioCapriccio e i motivi sono semplici quanto speciali. Le nostre clienti sono lettrici forti: in salone mettiamo a loro disposizione una piccola biblioteca che ogni giorno si arricchisce di nuovi volumi. Da anni sul nostro sito e sui nostri social condividiamo le letture che ci hanno colpito, interessato, formato.

 

Abitualmente organizziamo presentazioni di libri alle quali partecipate tutti con molto entusiasmo. Per questo appoggiamo la campagna di DavinesLeggere ti fa bella”, valida dal 7 all'11 di novembre: donateci un libro, condividete con noi la vostra passione per la lettura: avrete subito 15 euro di sconto sul servizio colore o sull’acquisto di due prodotti del marchio che abbiamo scelto per la sua qualità e per la sua visione. Farlo è semplicissimo; basta scaricare il coupon che trovate qui

 

“Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso.” - Marcel Proust -

 

Il Club delle Impedite: My ponytail is better than yours!

Ieri sera, come ogni ultimo giovedì del mese, è ripartita alla grande la nuova stagione del Club delle Impedite, l’imperdibile appuntamento per tutte le donne che si chiedono: E mo’ come li faccio ‘sti capelli? Mattatrice della serata la nostra Claudia D’Angelo che ci ha svelato il suo grande buon proposito dell’anno: iscriversi in palestra!

Fra risate e brindisi abbiamo imparato a realizzare due code: una perfetta per l’attività sportiva, l’altra per quelle serate in cui nessuno può dirvi di no.

Dopo molti tentativi, molti elastici incastrati, cotonature abbestia e texturizzante come se non ci fosse un domani, è stata incoronata Reginetta delle Impedite Silvia!

Come sempre ringraziamo tutte voi che avete partecipato e vi siete lanciate nelle sfide senza timore e senza prendervi troppo sul serio, Claudia la nostra guru senza la quale non sapremmo come affrontare i grandi dilemmi quotidiani e il nostro staff sempre presente e attento.

Il prossimo appuntamento è per il 24 novembre, sempre alle 19, in cui proveremo a cimentarci con le acconciature adatte a festeggiare il Natale e il Capodanno, sperando di portarci a casa non solo la corona di Impedita ma anche il bacio sotto il vischio di quello che ci piace un sacco.

 

Stay hungry, stay Impedita!

 

 

Good American e Kyle Cosmetics alla conquista del mondo.

Se siete persone degne di camminare questa terra, sapete indubbiamente che il clan Kardashian-Jenner sta lentamente, ma inesorabilmente, conquistando il mondo.

Facendo finta che la tragedy avvenuta a Kim due settimane fa non ci tocchi nel profondo (non la vediamo sui social da allora, se non si palesa a breve faccio un macello), questi ultimi giorni sono stati molto importanti per la nostra amichetta Khloè e per quella stupida di Kylie.

La prima proprio ieri ha lanciato nel mercato la sua marca di jeans, la Good American, dalla taglia 0 alla 24, perché sì. Lei che prima era un po’ cicciotta (e pare che Trump nel 2009 l’abbia cacciata da The Apprentice proprio per quello. Come se non avessimo già abbastanza motivi per disprezzarlo) e che ora si sfonda di palestra ma ha comunque un fondoschiena delicatissimo, ne sa a tranci dei dramah nel trovare dei jeans se sei formosa (NON curvy, quello è un termine orribile che nessuno dovrebbe usare mai).

Se vi va di fare un giro sul sito e piangere sul conto corrente, fatelo, ma il più economico costa 135$ e allora ciao Khloè ciao.

Kylie, piccola imprenditrice che non è altro, sta per lanciare la sua Burgundy palette con colori sobri ed eleganti come solo lei sa fare, a due settimane di distanza dai nuovi altrettanto sobri lipkit. Questa ventenne sta costruendo un impero e noi qua, a chiederci perché lei sì e noi no.

Tra l’altro, solo grazie allo shipping a 5$, ho finalmente tra le mani il mio lipkit.

Posie K, che era in pratica l’unico mettibile e non sold out. Raga io vi giuro non ci credevo mai ma è FAVOLOSO. Non se ne va nemmeno con litri di acqua micellare. Tiene come se non ci fosse un domani e soprattutto arriva in una scatola adorabilmente tamarra con dentro un cartoncino su cui c’è scritto quanto Kylie ci ringrazi per aver comprato le sue cosine, quanto si sia divertita a farlo e quanto spera che ce lo godremo tanto, sto lipkit, perché lei ci ha messo il cuore e l’anima.

Kylie, Khloè, insegnateci a vivere, vi prego.