Einaudi

Domenico Starnone, Scherzetto

Prendete un burbero e anziano illustratore, incidentalmente nonno; aggiungete una coppia in crisi che ha messo al mondo un pestifero e brillantissimo quattrenne, sistemateli nella cornice della città di Napoli e lasciateli vivere in una casa piena di fantasmi, agitate e otterrete “Scherzetto”, il nuovo romanzo di Domenico Starnone, edito da Einaudi.

Illustrato da Dario Maglionico, è una partita aperta fra rimpianto e giovinezza, un gioco perfido e divertente, così come è la vita.

"Dietro la vita costumata di ogni giorno - sospirai pieno di scontento - c'è uno spiritello senza educazione che fingiamo di non vedere, un'energia che ci anima la carne debellando a scadenze fisse ogni compostezza, anche nei più composti. [...] L’ambizione spropositata se ne sta sottotono, si vergogna di sé. Ma in segreto le gerarchie fissate dal mondo le sembrano inattendibili, vuole così tanto che non sa assoggettarsi a nessun modello, a nessuna affinità, e anzi persino ciò che ammira lo ammira solo per superarlo. Sì, sì, il fallimento è un corredo essenziale delle vere grandi ambizioni. Si fallisce in funzione della grandezza, non delle piccole mete.”

Domenico Starnone, Scherzetto, Einaudi, pp. 176

Purity, Jonathan Franzen. Tutto è più puro al sole

È stata finalmente tradotta e distribuita in Italia da Einaudi l'attesa quinta fatica di Jonathan Franzen: Purity. "Fatica" è il termine che si addice di più a questo romanzo: quasi 700 pagine fittissime, popolate da personaggi tutti estremamente complessi e con vite intricate, spesso scandalose, immorali e fuori legge, ognuno alla ricerca disperata di verità e purezza attraverso metodi discutibili e commoventi. Ma non è affatto una fatica quella che si compie per arrivare alla fine di quest'epopea profondamente umana e, in quanto tale, incoerente fino all'osso. 

Purity si legge tutto d'un fiato con la stessa identica emozione di quando ci si sta innamorando: quando non vedi l'ora di incontrarti con quella persona che ti scuote come nessun altro, che ti rimescola il cervello "come con un cucchiaio di legno" e ti lascia lì basito, senza fiato, ad aspettare che ti confonda ancora e ancora una volta senza alcun preavviso.

Purity ti concupisce e ti abbandona, torna per stupirti e per implorare perdono. Potete leggerne un estratto qui. Lasciatevi rapire.

E per chi non lo sapesse, è stata annunciata una serie tv ispirata al romanzo. 

Maternità surrogata: che cosa accade oggi. Tra divieti, libero mercato e molti dubbi

Incontro aperto da RiccioCapriccio

Via di San Giovanni in Laterano, 142

7 aprile 2016, ore 18:30

 

Intervengono Paola Tavella, giornalista e scrittrice
Giorgia Serughetti, ricercatrice dell'Università Bicocca Milano

La maternità surrogata è al centro di un nodo etico che intreccia paure e dubbi legati a un modo inedito di venire al mondo, al desiderio di genitorialità, all’aprirsi di un mercato fiorente di materiale genetico e di pratiche di tecniche riproduttive. 

Al momento, essa è permessa, con regole più o meno restrittive, in una decina di Paesi tra cui California, India e Canada; in tutti gli altri è vietata, nella Comunità Europea è in corso uno scontro tra lobby favorevoli e contrarie;  dalla Francia una grande rete di femministe e lesbiche ne chiede la messa al bando in quanto moderna forma di schiavitù, altre invece discutono ipotesi di regolamentazione.

Anche se nessuno di noi è chiamato a prendere una decisione nel campo legislativo, è forte la necessità e il desiderio di sapere, confrontarsi con altri, avere risposte alle mille domande che la maternità surrogata pone: 

La libertà di poter disporre del proprio corpo e  partorire figli per altri è centrale oppure no in questo dibattito? Chi tutela il diritto del nascituro a conoscere la propria origine biologica? Liberalizzare le adozioni porterebbe a una diminuzione della richiesta di maternità surrogata e più in generale di tecniche di fecondazione assistita? Chi sono le persone che chiedono la maternità surrogata? Perché la narrazione della nascita per via biotecnica è ancora un tabùVietare la maternità surrogata è possibile? 

Ne discutiamo da RiccioCapriccio con due donne appassionate e competenti che ci aiuteranno a trovare risposte alle domande per creare la nostra personale e informata opinione sul tema.

Coordina domande, interventi e discussione Alessandra Di Pietro, giornalista.

Appuntamento dalle ore 18:30 alle 21:00, seguirà aperitivo green.

Per partecipare, prenotarsi per tempo scrivendo a:
giuliatrapuzzano@ricciocapriccio.com

 

Giorgia Serughetti, ricercatrice presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Milano-Bicocca, ha pubblicato Uomini che pagano le donne (Ediesse), saggio sulla prostituzione, e partecipato con i suoi articoli ad altre autorevoli pubblicazioni.

Paola Tavella, giornalista e scrittrice, ha pubblicato romanzi e saggi tra cui Madri Selvagge. Contro la tecnorapina del corpo femminile (Einaudi) con Alessandra Di Pietro. Al momento scrive per Amica, Io donna, Pagina99, Huffington Post.

 Alessandra Di Pietro, giornalista, ha pubblicato tre libri tra cui Godete! (Add editore) e Madri Selvagge. Contro la tecnorapina del corpo femminile (Einaudi) con Paola Tavella. Scrive su Gioia! e LaStampa.it

 

Magda Szabò, La porta

#checosastoleggendo

Due donne diverse, due destini che si incrociano. Un romanzo imperdibile. @DeLempicka

Magda Szabò La porta Einaudi pag. 259 euro 11,50

Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi. Da bambina, o da ragazza, non, non facevo sogni, né belli né brutti, è la vecchiaia che mi trasporta senza sosta con orrore impastato di detriti del passato, che mi travolge con la sua massa via via sempre più compatta, sempre più opprimente, un orrore più tragico di ogni esperienza reale perché le cose che vedo nell'incubo non le ho mai vissute sul serio. E mi risveglio urlando. I miei sogni sono assolutamente uguali, tessuti di visioni ricorrenti. Sogno sempre la stessa cosa, sono in piedi, in fondo alle nostre scale, nell'androne, mi trovo sul lato interno del portone con il telaio di acciaio, il vetro infrangibile rinforzato di tessuto metallico, e cerco di aprirlo. Fuori, in strada, si è fermata un'ambulanza, attraverso il vetro intravedo le silhoutte iridescenti degli infermieri, hanno volti gonfi, innaturalmente grandi, contornati da un alone come la luna. La chiave gira nella serratura, ma i miei sforzi sono vani, non riesco ad aprire il portone, eppure so che devo far entrare gli infermieri altrimenti arriveranno troppo tardi dal mio malato. La serratura è bloccata, la porta non si muove, come se fosse saldata al telaio d'acciaio. Grido, invoco aiuto, ma nessuno degli inquilini che abitano sui tre piani della casa mi ascolta, non possono farlo perché - me ne rendo conto - boccheggio a vuoto come un pesce, e quando capisco che non solo non riesco ad aprire il portone ai soccorritori, ma sono anche diventata muta, il terrore del sogno raggiunge il culmine.

Bio Magda Szabò (1917- 2007), autrice di numerosi romanzi, drammi e raccolte di poesie. Tra questi: La ballata di Iza, Via Katalin, L'altra Eszter e Il vecchio pazzo.

Domenico Starnone, Lacci

#checosastoleggendo

Che cosa lasciamo quando lasciamo qualcuno? @DeLempicka

Domenico Starnone Lacci Einaudi Supercoralli pag. 138 euro 17,50

Mi fai l'esempio della scalinata. Hai presente - dici - quando si fanno le scale? I piedi vanno l'uno dietro l'altro così come abbiamo imparato da bambini. Ma la gioia dei primi passi s'è persa. Ci siamo modellati, crescendo, sull'andatura dei nostri genitori, dei nostri fratelli maggiori, delle persone a cui siamo legati. Le gambe ora vanno su in base ad abitudini acquisite. E la tensione, l'emozione, la felicità del passo sono andate perdute come anche la singolarità dell'andatura. Ci muoviamo credendo che il movimento delle gambe sia nostro, ma non è così, con noi fa quei gradini una piccola folla cui ci siamo adeguati, la sicurezza delle gambe è solo il risultato del nostro conformismo. O si cambia passo - concludi - ritrovando la gioia degli inizi o ci si condanna alla normalità più grigia. Ho riassunto bene? Ora ti posso dire la mia opinione? E' una metafora stupida, sai fare di meglio, e tuttavia te la do per buona. Al solito modo figurato hai voluto farmi sapere che una volta siamo stati felici ma che in seguito quella felicità si è piegata a riti che, se da un lato hanno permesso ai giorni, ai mesi e agli anni di scorrere senza troppi problemi, dall'altro hanno soffocato sia noi che i bambini. Benissimo. Ora però mi devi spiegare cosa ne viene di conseguenza. Vuoi dire che se fosse possibile torneresti volentieri a quindici anni fa, ma poiché regredire non si può e d'altra parte il desiderio del piacere degli inizi è forte, non ti resta che ricominciare con Lidia? Vuoi dire questo? Se è così ti do una notizia. Anche io da qualche tempo sento che la mia gioia di una volta si è indebolita. Anche io da qualche tempo penso che siamo cambiati, che il nostro cambiamento faccia male a noi, a Sandro e ad Anna, che il rischio sia una convivenza tormentosa per noi e per i bambini. Anche io da qualche tempo temo che, se ci riduciamo a vivacchiare insieme e a crescere i figli, agiamo contro di noi e contro di loro, e allora è meglio che ti lasci. Ma io, io, a differenza di te non credo che le chiavi del paradiso terrestre siano andate perdute per colpa tua e che perciò mi convenga attaccarmi a un altro meno sbadato. Io non vi sopprimo, io non nego, pur di liberare me stessa, la vostra esistenza.

Bio Domenico Starnone (Napoli, 1943) ha fatto a lungo l'insegnante, è stato redattore delle pagine culturali del "Il Manifesto". Per Einaudi ha pubblicato Spavento (2009) e Autobiografia erotica di Aristide Gambia (2011).

Nadia Terranova, Gli anni al contrario

#checosastoleggendo

"In passato non ho avuto la tua debolezza ma ora vorrei il tuo coraggio".

@DeLempicka

Nadia Terranova Gli anni al contrario Einaudi Stile Libero Big pag. 152 euro 16,00

Aurora e Giovanni avevano deciso che si sarebbe chiamata Mara. Come la ragazza di Bube, aveva detto Aurora. Come Margherita Cagol, aveva aggiunto Giovanni. Margherita, detta Mara, la moglie di Renato Curcio, morta pochi anni prima. La bambina nacque con enormi pupille nere e fissò tutti con aria interrogativa. L'avvocato e il fascistissimo convennero su un punto: uno in tribunale e l'altro in carcere avevano incontrato mafiosi e assassini, eppure nessuno li aveva spaventati allo stesso modo. - Lo sguardo di questa picciridda mi inquieta più di quello dei delinquenti, almeno loro non parlano! Certo, meno di quello del mio professore di matematica quando mi doveva interrogare, - aggiunse l'avvocato soddisfatto, e tutti attorno risero. Giovanni arrivò molte ore dopo. Il fascistissimo lo accolse con gli occhi ancora lucidi e una bottiglia di champagne.

Bio Nadia Terranova (1978) è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario è il suo primo romanzo.