Negli ultimi tempi il discorso sulla pornografia è entrato fragorosamente nella cultura mainstream: da passione infame e segreta, da nascondere e vivere nel buio della propria cameretta (e di cui vergognarsi) è diventato argomento di interesse collettivo, in uno strano posizionamento che sta tra il richiamo modaiolo e la questione di salute pubblica. La mia opinione a riguardo la posso esplicitare in poche parole: il porno fa bene. Guardare porno fa bene perché la masturbazione (pratica di autoerotismo che la pornografia ha lo scopo di stimolare) è un atto salutare, che rilassa, attiva endorfine, aiuta a dormire o a stare sveglie a seconda dei casi. E il porno fatto bene non è solo utile alla soddisfazione di un bisogno momentaneo: è un incentivo a desiderare altro e oltre, a sperimentare forme di piacere diverse, a scoprire nuove tipologie di godimento possibile.
Eppure l'industria del porno è una delle più controverse del mondo in cui viviamo.
Sappiamo dalla testimonianza diretta di alcune ex performer che sui set spesso lo sfruttamento e la violazione dei diritti delle categorie più deboli sono la regola (cosa che non manca mai di sottolineare chi il porno lo rifiuta per principio e lo vorrebbe censurare, dimenticando che in molti luoghi di lavoro gli oltraggi alla dignitá delle persone sono all'ordine del giorno – anche se si lavora coi vestiti addosso). Piú complicato è riuscire a capire il meccanismo attraverso il quale si mantiene un mercato che ormai vende pochissimo, essendo completamente soverchiato dall'offerta delle piattaforme online di porno gratuito – ma questo non è il nostro proposito, per il momento.
Lo scopo di questo articolo è di suggerire a chi della pornografia fa un uso allegro e consapevole alcune imprese che cercano di muoversi in maniera etica in un mare di squali e che invece di riprodurre un immaginario sessista e monotono si impegnano ad arricchire le nostre fantasie.
Questi studios hanno bisogno di essere sostenuti economicamente per continuare a migliorare il panorama del porno attuale e visto che siamo in un periodo dell'anno in cui si fanno regali, perché non regalare la possibilità di qualche orgasmo alle persone a cui vogliamo bene?
In cima alla mia wishlist ideale metterei Crash Pad, una serie di porno queer in cui potrete trovare una meravigliosa varietá di corpi e pratiche, che dai margini dell'industria del sesso hanno conquistato il centro della scena.
Il secondo posto se lo aggiudica Four Chambers, un esperimento produttivo per certi versi piú tradizionale ma dall'estetica avvincente. Se vi conquista la bellezza delle forme avrete di che gioire.
Al terzo posto una storica factory australiana di donne: sono online da 15 anni le ragazze di Girls Out West, rappresentando donne vere con corpi veri e desideri sfrenati.
In tutti i siti web che ho segnalato è possibile accedere a delle preview del materiale: potrete scegliere quello che più vi eccita. Ma ricordate: il nostro immaginario sessuale si nutre di ciò che ha a disposizione. Sta a noi decidere di cosa lo vogliamo alimentare.
FRONTE DEL PORNO
di Slavina Perez
Pornografa femminista e (quasi di conseguenza) educatrice sessuale, Slavina vive tra l'Italia e la Spagna promuovendo attraverso spettacoli e laboratori una svergognata consapevolezza sui temi del corpo, del genere e del sesso. Su facebook con la pagina Intimidades Compartidas.