she's gotta have it

She's gotta have it: anche meno entusiasmo, per favore.

Prima o poi doveva succedere. Tutto 'sto parlare di donne donne donne uuuh rivoluzione doveva portare da qualche parte. Dovevano fare una serie tv, She's gotta have it, su una donna favolosa, libera, artista, interessante, che si tromba la gente ma non gliene frega poi molto perché ehi, IO SONO INDIPENDENTE. La dovevano fare, se ne sentiva il bisogno. E chi ci ha pensato? Un uomo.

Grazie Spike Lee.

Mentre tutti si stanno sperticando in lodi uhm come dire, troppo entusiaste, ci sono io che non sono riuscita a finire nemmeno il pilot. Per grazia non sono sola, su twitter qualcuno di molto saggio (Irene Graziosi) ha scritto “She’s gotta have it non mi piace, forse devo ridare indietro la vagina” ed io mi sono un po’ commossa perché non avrei saputo dirlo meglio.

Il punto è questo. Creare un personaggio femminile forte non vuol dire raccontare di un uomo e dargli un corpo ed una faccia femminili, dottor Spike Lee. Non funziona così, manco se la serie tv è basata su un tuo film del 1986. Non ce ne frega un cazzo.

Specie perché in tv abbiamo già personaggi di Cristo tipo non so, Ilana ed Abby di Broad City, tanto per dirne una. Buttiamoci in mezzo pure Lena Dunham se proprio vogliamo. Ma ecco, Nola Darling no. Sei una donna di colore bellissima, artista, ti piace scopare in giro, gli uomini ti si accollano come se fossero donne? Tutto molto bello, ma da qui ad elevare queste puntate dal clima e dalla grafica anni ’90 come baluardo del nuovo femminismo, vi prego NO.

Se poi avete voglia di vedervi il pilot, fatelo che poi ne parliamo, sono alla disperata ricerca di qualcun altro che la pensi come me. Grazie.


IO VERAMENTE LA FAVOLOSITA'

LA FAVOLOSA RUBRICA SPIN-OFF DI IO VERAMENTE GUARDA

di Francesca Giorgetti

31 anni, ultimamente romana ma pratese per sempre. Appassionata a livelli patologici di serie tv e Maria De Filippi. Lavora in tv e scrive di serie anche su Io Veramente Guarda.