Dieci racconti che delineano la figura in costante crescita - anagrafica, emotiva, relazionale, professionale - di Rose. La protagonista è prima figlia incompresa e bambina insicura, petardo impazzito in una vita piccola di provincia. Poi adolescente sognatrice e fidanzata insoddisfatta. Poi ancora donna in continuo mutamento, in attesa di capire proprio "chi si crede di essere". Una cosa interessante per quel che si legge sui giornali in questi giorni: Rose non diventa madre, non parla mai nemmeno della possibilità di esserlo un giorno.
E allora, alla fine tutto, all'ennesimo giro di boa, chi è Rose? Sono sono io, siete voi, siamo tutte noi, con un carico di sensazioni/sentimenti sempre più sfaccettato e indissolubilmente immerse nel tempo.
Botte da re. La promessa arrivava da Flo. Adesso te le prendi, e saranno botte da re.
Indugiando sulla lingua di Flo, l'espressione si caricava di decorative gualdrappe. Rose aveva un bisogno di immaginare le cose, di pedinare assurdità, che superava anche quello di tenersi lontano dai guai, perciò, invece di prendere la minaccia sul serio, si perdeva a rimuginare: ma come saranno le botte da re? Si inventò un viale alberato, una folla di spettatori eleganti, dei cavalli bianchi, degli schiavi neri. Qualcuno si inginocchiava e il sangue schizzava copioso come stendardi al vento. Una cerimonia selvaggia e stupenda. Nella vita vera neanche si avvicinavano a tanto splendore; c'era giusto Flo che tentava di conferire all'evento un'aria di rincresciuta ineluttabilità. Rose e suo padre invece varcavano subito la soglia del presentabile.
Alice Munro, Chi ti credi di essere? (ed. Einaudi Super ET) pag. 3