Orange is the new black: una quarta stagione un sacco hardcore.

Sono ormai 3 anni che Netflix ci sollazza con gli episodi di Orange is the new black. Quest’anno la serie che racconta la vita in carcere di un peculiare gruppo di donne è arrivata alla quarta stagione e oh, il mood è cambiato TANTISSIMO. Siamo infatti di fronte ad un cambio di rotta incredibbole amigi

“Na cifra dark” potrebbe essere la recensione più breve e puntuale da fare, forse. Diciamo però che le nostre eroine marce con la divisa arancione si stanno un sacco facendo prendere la mano dall’ambiente orribile che le circonda e stanno diventando cattivissime. Come sempre, ogni nuova arrivata ha la tuta color beigiolino-morte d’ordinanza e deve tentare di sopravvivere in mezzo ad assassine, narcotrafficanti, rapinatrici o più semplicemente psicopatiche. Se in carcere tutte le donne sono vestite forzatamente uguali, però, è grazie ai flashback che vediamo le protagoniste nella loro dimensione originale e ci possiamo godere gli outfit improbabili di alcune di loro. Indimenticabile è la mise di Pennsatucky, meth head matta, quando stagioni or sono abbiamo scoperto come era finita in galera inspiegabilmente non per i capelli mezzi biondi e mezzi castani ma facendo una strage in una clinica abortista perché le avevano vietato di abortire per la centosettantesima volta. You go girl! E Maritza, la bonissima con artist, ci delizia nel suo flashback con fascianti tubini delicati e orecchini tondi grandi come una vera latina del ghetto. Niente a che vedere con i look castigati e noiosi di Piper, ei fu protagonista ormai relegata a mero personaggio secondario, addirittura sotto, per livello d’importanza, ad Alex e i suoi occhiali meravigliosi.

Un girl power che veramente levatevi tutti, comunque.